L'incontro, rilanciato in Germania dall'emittente Ndr e poi diventato virale su Youtube, tra la cancelliera Angela Merkel e l'adolescente palestinese Reem Sahwil il 16 luglio del 2015 - Ansa/Ndr/Aktuell
Il caso della 22enne palestinese Reem Sahwil ha riacceso in Germania la discussione politica e nell’opinione pubblica sulla riforma delle politiche migratorie.
«Voglio avere gli stessi diritti dei miei coetanei, voglio restare e studiare qui». Era il 16 luglio del 2015 quando Reem, una giovane ragazza palestinese di 14 anni, pronunciò piangendo queste parole in un ottimo tedesco di fronte ad Angela Merkel. Il Paese era nel pieno della crisi dei profughi provenienti dalla Siria. «Non possiamo dire a tutti venite, migliaia di famiglie e ragazzi come te sono nei campi profughi del Libano», rispose Merkel un po‘ imbarazzata accarezzando Reem sulla testa per tentare di consolarla. I media tedeschi e non solo diedero grande risalto a quell’episodio, utilizzato sia per criticare che per lodare Merkel. Alla fine Reem è rimasta in Germania, ha potuto studiare, e a febbraio di quest’anno ha addirittura ottenuto la cittadinanza tedesca. Ma ora rischia l’espulsione: la 22enne nei giorni scorsi avrebbe condiviso sui social media il post «From the River to the Sea, Palestine will be free», «Dal fiume al mare, la Palestina sarà liberata», che è uno degli slogan esposti e urlati durante le manifestazioni di Berlino o Francoforte in cui anche sostenitori di Hamas chiedevano la distruzione di Israele.
Alcuni politici tra i cristiano democratici e tra i liberali della Fdp hanno chiesto l’espulsione della tedesco-palestinese. «Sarebbe giusto presentare una proposta di legge che impedisca agli stranieri che sostengono l’antisemitismo o l’odio nei confronti di Israele di ottenere la cittadinanza tedesca», ha sottolineato il cristiano-democratico Thorsten Frei, cogliendo l’occasione per criticare le ultime leggi dell’esecutivo tripartico che ha semplificato per tutti gli stranieri le procedure per ottenere la cittadinanza tedesca.
Il governo potrebbe tornare sui suoi passi sulla legge, considerato il giro di vite che sta compiendo su tutte le politiche sull’immigrazione. In futuro i richiedenti asilo in Germania prima di accedere ai sussidi dovranno aspettare fino a 36 mesi e non 18 come in precedenza. Chi compie reati anche minori rischia l’espulsione immediata.
Secondo dati forniti ieri dal governo di Berlino nei primi 9 mesi del 2023 si sono verificati ben 1.515 attacchi nei confronti di richiedenti asilo e rifugiati. Alla fine del 2022, secondo dati ufficiali, sono 3,1 milioni tutti i richiedenti asilo e le persone straniere che chiedono protezione in Germania, tra di loro anche il milione di ucraini. I clandestini entrati in Germania nel 2023 sarebbero almeno 70.000. In tutta la Germania vivono, regolarmente registrate, 7.779 persone palestinesi, di queste 560 a Berlino.