martedì 8 agosto 2023
La tristezza di una farsa mediatica nella lotta tra i due "re" del digitale
Musk vs Zuckerberg

Musk vs Zuckerberg - Fotogramma

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Due degli uomini più ricchi e potenti del mondo che si prendono a calci e pugni in una gabbia davanti a una folla urlante. È assurdo, e non è detto che succeda davvero. Ma il fatto che da un mese Elon Musk e Mark Zuckerberg ne parlino con estrema serietà, tanto da accordarsi sulle regole del match con il capo dell’associazione Ultimate Fighting Championship (Ufc) che ospiterebbe l’evento a Las Vegas, ha del surreale, del ridicolo e dell’inquietante insieme. Ma forse non dovrebbe sorprendere. Musk, con le sue manie di grandezza spaziali e l’ambizione di salvare l’umanità, ci ha abituati all’eccentricità. Il capo di Facebook invece ha sempre tenuto un profilo pubblico più basso, ma nessuno dubita della sua megalomania e determinazione a allargare la sua rete sociale fino ad avvolgere il mondo intero. Che l'industria tecnologica americana sia altamente competitiva e popolata di spacconi, inoltre, è noto. Steve Jobs e Bill Gates che si beccavano a distanza rappresentano un precedente, anche se sarebbe stato impensabile che arrivassero alle mani.

Invece la nuova generazione di tycoon dell’high tech non si ferma davanti all’impensabile, compreso Musk che twitta «Zuck è un cornuto» e lo invita a una gara di misurazione dell’organo sessuale. Come siamo arrivati a questi livelli? La faida è scoppiata nel 2016 dopo che l’unica collaborazione tra i due miliardari è andata letteralmente in fumo. Nel settembre di quell’anno il satellite da 200 milioni di dollari di Zuckerberg è esploso prima del lancio su uno dei razzi SpaceX di Musk e il fondatore della rete sociale più popolare sulla Terra non ha esitato a dichiarare che «il fallimento di SpaceX ha distrutto il nostro satellite».

Circa un anno dopo, Zuckerberg ha sferrato un altro colpo a Musk, dandogli dell’irresponsabile perché «inventa scenari apocalittici sull'intelligenza artificiale». Chiaramente le preoccupazioni del rivale rischiavano di nuocere agli affari, ed era d’obbligo sminuirlo pubblicamente. Musk si è vendicato unendosi al movimento #CancellaFacebook e ha tolto dalla piattaforma le pagine di SpaceX e Tesla, scrivendo che «erano comunque scadenti». E ha attribuito l’assalto al Congresso del 6 gennaio a Facebook. La tensione è salita dopo l’acquisto di Twitter da parte di Musk, che ha perso miliardi in pubblicità, creando uno spazio nel quale Zuckerberg si è catapultato lanciando il suo nuovo social Threads.

È a quel punto che il 52enne padre della Tesla ha proposto un «incontro in gabbia» e che il 39enne gli ha chiesto di «inviami la posizione». Sono seguite una serie di gradassate digitali, con Zuckerberg che vantava le medaglie nel jujtsu mentre Musk ostentava esperienza di combattimento «da strada». Ieri Musk ha fatto marcia indietro, dicendo di avere problemi di schiena che potrebbero richiedere un intervento, mentre Zuckerberg insisteva di essere «pronto». Dana White, presidente della Ufc, ha ammesso che i 30 chili e 13 anni di più di Musk rendono la sfida non ortodossa e potenzialmente pericolosa, aggiungendo che sarebbe «il più grande combattimento della storia». Resta da chiedersi come uscirebbero i due dalla lotta, ammaccature a parte. Sarebbero ancora credibili? Ma è possibile che il match sollevi una tale ondata di attenzione da creare un precedente invidiabile. Che magari sarà imitato come alternativa ai dibattiti fra candidati presidenziali.

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