giovedì 25 gennaio 2024
Le religiose della Congregazione di Sant'Anna erano state sequestrate lo scorso 19 gennaio nella capitale Port-au-Prince. Ostaggio delle gang, il Paese resta senza pace. L'appello del Papa all'Angelus
Port-au-Prince resta ostaggio della violenza delle gang

Port-au-Prince resta ostaggio della violenza delle gang - REUTERS

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L’incubo è finito. Le sei suore della Congregazione di Sant'Anna rapite lo scorso 19 gennaio nella capitale haitiana Port-au-Prince sono libere. Sono state rilasciate anche le altre persone che le accompagnavano.

Suzie Jean Louis, Magella Moussignac, Inomène Charles, Joane Mondesir, Rachelle Lubin, Wilda Nonor erano state rapite mentre viaggiavano su un minibus lungo la centrale via Christophe della capitale. Insieme a loro sono stati catturati anche l’autista, Jean, Sylvestre, e una giovane Francesca Cadesty. Il vescovo Pierre-André Dumas della diocesi d’Anse-a-Veau er Miragoane si era offerto in cambio dei rapiti: «Prendete me ma lasciateli».

Il Papa nell’Angelus dell’ultima domenica, 21 gennaio, aveva lanciato accoratamente un appello dalla finestra del Palazzo Apostolico per il rilascio delle sei religiose e per i drammi che vive l’isola: «Prego per la concordia sociale nel Paese e invito tutti a far cessare le violenze che provocano tante sofferenze a quella cara popolazione».

La piaga dei rapimenti è solo una delle tante facce della violenza che continua a squassare Haiti. Una guerra dimenticata dalla comunità internazionale e dai media mondiali. E lo è da anni.

L’ennesima fiammata dell’infinito conflitto haitiano è cominciata il 19 gennaio quando una delle bande – Bel-Air – ha attaccato Solino, baraccopoli del centro della capitale, non lontano dal palazzo presidenziale, nell’intento di conquistare l’area di Canapé Vert, al momento libera dai rivali. Almeno una ventina di persone sono state massacrate e decine di case sono state date alle fiamme nell’indifferenza delle istituzioni, in pratica implose. Solo giovedì la polizia è arrivata. Nel frattempo gli abitanti erano già fuggiti, alimentando il fiume di 165mila sfollati interni del conflitto delle oltre 200 gang che si contendono Port-au-Prince a colpi di massacri. È un momento particolarmente delicato per il Paese. Che attende il via libera alla missione Onu a guida kenyana. È trascorso oltre un anno dalla richiesta haitiana di aiuto alla comunità internazionale. Petizione sostenuta con forza anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Approvata formalmente il 3 ottobre, però, l'azione di stabilizzazione è stata finora sempre rinviata.

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