Lavoratori edili in un momento di pausa all'ombra di un cavalcavia a New Delhi - Ansa
Un'ondata di calore senza precedenti sta flagellando le regioni settentrionali dell'India. Negli ultimi due giorni almeno 52 persone sono morte a New Delhi. Le vittime sono in gran parte poveri che vivono nelle baracche, venditori ambulanti e operai che lavorano all'aperto.
Da maggio le temperature nella capitale hanno superato spesso i 40 gradi, con picchi fino a 50 gradi. A peggiorare la situazione sono i venti caldi e l'alto tasso di umidità. Mercoledì scorso a Delhi si è registrata la notte più calda della sua storia, con la minima a 35,2. Ma gli eccessi sono cominciati a marzo, che è stato il più caldo mai registrato. Le previsioni meteo indicano che la tendenza proseguirà nelle prossime settimane. Il timore è che i cambiamenti climatici portino un'estate più lunga, oltre che bollente.
Un editoriale del Times of India denuncia la scarsità d'acqua e il picco di domanda di energia elettrica, che causa frequenti interruzioni delle forniture, arrivando a concludere che «un'estate prolungata andrebbe considerata alla stregua di un disastro naturale». Il ministero della Sanità ha ordinato di aumentare la disponibilità dei posti letto negli ospedali.
Vasche di acqua ghiacciata: così in ospedale si blocca l'infarto da caldo
«Non avevo mai visto nulla del genere» ha detto alla Bbc Ajay Chauhan, medico dell'ospedale Ram Manohar Lohia di New Delhi. «In tredici anni che lavoro qui non avevo mai firmato un certificato di morte per infarto da calore, quest'anno ne ho già firmati parecchi». A fine maggio l'ospedale ha aperto un reparto dedicato agli infartuati da colpi di calore, il primo del genere. Da allora sette persone sono morte e più di 40 sono state ricoverate.
L'infarto da calore, spiega il medico, è la patologia più grave tra quelle legate alle alte temperature e viene identificato da tre segnali: esposizione a caldo e umidità eccessivi, temperatura corporea superiore a 40,5 gradi e alterazioni mentali quali stato confusionale o mancanza di conoscenza. Il tasso di mortalità sarebbe del 40-64% e l'infarto può avvenire anche diverse ore dopo l'esposizione al sole.
«Abbassare il più velocemente possibile la temperatura corporea può salvare la vita. Anche pochi secondi fanno la differenza» informa il dottor Chauhan. Qualche giorno fa gli è stato portato un paziente che aveva 42 di temperatura. In queste condizioni si rischia il collasso degli organi. Nel reparto ci sono due vasche e un'enorme macchina per fare il ghiaccio. Per prima cosa, i medici hanno immerso l'uomo in acqua a una temperatura tra 0 e 5 gradi. Dopo circa 25 minuti, il paziente ha ripreso i sensi e solo a quel punto l'hanno tirato fuori per procedere alle cure. La moglie, che l'ha portato in ospedale, ha raccontato che nella baracca dove vivono il ventilatore non funzionava perché era stata interrotta l'energia elettrica.
I più colpiti sono i poveri. E raramente si rivolgono al medico
Anche senza arrivare all'infarto, l'esposizione prolungata a condizioni di umidità e temperatura eccessive e i colpi di calore causano mal di testa, crampi, vomito, diarrea. Sintomi molto diffusi in questi giorni in India e per i quali difficilmente si ricorre al medico, soprattutto considerato che a soffrirne è soprattutto la popolazione più povera impossibilitata a pagarsi le cure.
Uno studio di Lancet, citato dalla Bbc, calcola in 167,2 miliardi le ore di lavoro perse in India nel 2021 a causa del clima. Secondo i dati ufficiali, tra il 1992 e il 2019 le ondate di calore uccisero più di 25mila persone. E il futuro non promette nulla di buono.