La Corea del Sud registra finalmente un dato positivo sul fronte demografico - ANSA
È il (sospirato) accenno di una “primavera” demografica? Nel bel mezzo della crisi politica e istituzionale più drammatica degli ultimi decenni, con la vicinanza con il Nord che diventa di giorno in giorno più conflittuale, la Corea del Sud registra finalmente un dato positivo. Un sussulto che è anche uno spiraglio di speranza confermato. Nel 2024 nel Paese asiatico sono nati 242.334 bambini, 7.295 nascite in più rispetto all’anno precedente. «È il primo aumento nella cifra annuale registrato dal 2015», annota il Korea Herald.
Siamo davanti a un’inversione di tendenza dopo un “gelo” durato decenni, grazie anche alle misure del governo – scrive la stampa sudcoreana - che «ha implementato una serie di misure nel tentativo di combattere il tasso di natalità in picchiata, che vanno dall'espansione degli incentivi finanziari per le nascite e dei servizi di assistenza all'infanzia gestiti dallo Stato a maggiori benefici per i genitori con più figli»? Troppo pesto per dirlo. Anche perché il quadro demografico complessivo del Paese resta offuscato da molte nubi. I decessi nel 2023 sono stati 360.757: la popolazione, pari a 51.21722, si è così ridotta per il quinto anno consecutivo dal 2020. «Anche se la nostra popolazione è in calo da cinque anni consecutivi, l’aumento delle nascite registrate per la prima volta in nove anni è un segnale positivo – ha detto al Korea Times Kim Min-jae, viceministro degli Interni e della Sicurezza –. Per sostenere questa inversione di tendenza nelle nascite, è essenziale che le agenzie competenti collaborino per migliorare le condizioni di assistenza all’infanzia e ideare misure di supporto su vari piani».
Qual è l’“identikit” del sudcoreano? Come cambia il mosaico della popolazione di Seul? Qual ritratto è possibile tracciare attraverso le statistiche? La società sudcoreana appare attraversata da una serie di squilibri. Di genere, innanzitutto. Le donne (25,71 milioni) superano gli uomini (25,49 milioni), con la forbice in costante aumento dal 2015. Squilibri anagrafici. Gli anziani rappresentano il 20,03% della popolazione totale mentre i giovani si attestano attorno al 10,67%. L'età media è salita a 45,3 anni, «evidenziando il continuo cambiamento demografico del Paese verso una società che invecchia». Ma è soprattutto la struttura familiare a essere profondamente mutata negli anni.
Come riporta l’agenzia Yonhap, «su un totale di 24.118.928 nuclei familiari nel Paese, le famiglie composte da una sola persona occupano la quota maggiore con poco più di 10 milioni di nuclei familiari (il 41,97 percento del totale), seguiti dai nuclei familiari composti da due persone al 24,9 percento, da tre persone al 16,8 percento e dai nuclei familiari composti da quattro persone al 16,33 percento». È forse l’aspetto più drammatico, quello che proietta le ombre più inquietanti sul futuro demografico di Seul: il calo dei matrimoni. Precipitati, nell’arco di un decennio, del 40 per cento: 193.673 nel 2023 (quando comunque si è registrato un aumento, un a sorta di rimbalzo dovuto a quanti avevano rimandato le nozze per il Covid) contro i 322.807 del 2013.