martedì 11 giugno 2024
Il sondaggio di La Croix": consensi più che raddoppiati rispetto alle europee del 2019. «L'attaccamento all'Ue esiste nei praticanti, ma gli spartiacque sono sicurezza, identità, rapporto con l'islam»
Proteste a Parigi in place de la Republique contro l'estrema destra

Proteste a Parigi in place de la Republique contro l'estrema destra - Reuters

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Con il voto del 9 giugno, oltre che la maggioranza di governo, in Francia, è pure caduto lo «sbarramento dei cattolici praticanti verso l’estrema destra». Il titolo, nelle pagine interne del quotidiano cattolico La Croix – dedicate ovviamente all’analisi del voto europeo e alla crisi politica apertasi domenica sera – non poteva essere più esplicito e netto. Il dato, indica una netta controtendenza rispetto al “voto cattolico”, emerge con chiarezza dal sondaggio Ifop commissionato dal giornale il giorno del voto prendendo in esame un campione di poco più di 2.800 elettori. Il 32% dei cattolici praticanti, vale a dire quasi un terzo, ha votato per Jordan Bardella, il leader di Rassemblement National. Percentuale di consensi per l’ultra destra francese che sale al 37% se si tiene conto dell’insieme dei cattolici francesi, compresi quelli con una frequentazione meno costante. Cifra più che doppia rispetto al 14% ottenuto, sempre fra i praticanti, da Jordan Bardella alle Europee del 2019.

Uno slittamento a destra, scrive La Croix, confermato anche dal risultato di Reconquête guidata alle europee dalla capolista Marion Maréchal (nipote di Marine Le Pen) che, giocando la carta della difesa dell’«identità cristiana», è passato dal 5,5% del 2019 a un tondo 10% domenica scorsa. Un blocco di estrema destra, nel voto cattolico d’oltralpe, passato così complessivamente, nel giro di 5 anni, dal 18% a un impetuoso 42%. Percentuale in buona parte sovrapponibile al blocco dei candidati di estrema destra – Le Pen, Zemmour, Dupont-Aignanan – alle elezioni presidenziali del 2022.

Una evoluzione del voto cattolico, secondo il direttore dell’Ifop Jérôme Forquet, che va in due direzioni: una «arcipelizzazione» del voto cattolico che «si frammenta sempre più». E, in questa tendenza più generale, una «ascesa del voto per Rn». Un inclinazione politica che il direttore dell’Ifop sintetizza così: «Non c’è più una resistenza all’estrema destra, salvo che nel nucleo dei praticanti regolari – cioè chi va a Messa una volta alla settimana – di cui il 18% ha votato per Jordan Bardella». Solo 7 anni fa, alle presidenziali, un cattolico dichiarato come Francois Fillon, candidato con Les Républicains, aveva fatto il pieno fra i francesi praticanti con il 46% al primo turno. Insomma, un superamento a pie’ pari del “Patto repubblicano” che sarebbe il risultato di una strategia di «de-diabolizzazione» e «rispettabilizzazione», sempre secondo Forquet. Una estrema destra in “giacca e cravatta” che trova consenso fra i cattolici francesi, che dimostrano pure una scarsa sintonia con le indicazioni dell’episcopato.

Una lettera pastorale intitolata “Un nuovo soffio per l’Europa”, pubblicata a inizio aprile da otto diocesi dell’”Euregio” (Germania, Belgio, rancia e Lussemburgo) invitava i cattolici a dare il loro voto ai «candidati che sostengono il progetto europeo». Uno scivolamento a destra che avviene «a detrimento della destra di governo», a partire dai repubblicani. Questa la conclusione del direttore dell’Ifop Jérôme Forquet: «L’attaccamento all’Ue, sulla scia della democrazia cristiana o dell’insegnamento di Jacques Delors, esiste fra i cattolici, ma questa corrente sta perdendo velocità. Cosicché il 28% dei cattolici praticanti regolari ha votato per partiti di sinistra. Ma oggi gli spartiacque sono altri e riguardano la sicurezza, l’identità e il rapporto con l’islam».

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