I cinque Grandi pronti ad aiutare la Libia e il nuovo premier di unità nazionale Fayez al-Sarraj, con l’occhio alla crisi migratoria e un possibile sostegno Nato nella lotta agli scafisti. Ma anche con il monito di Barack Obama: no ai muri, l’Europa resti unita. Il vertice convocato dal cancelliere tedesco Angela Merkel nel castello di Herrenhausen, in occasione dell’inaugurazione della Fiera di Hannover, la più grande al mondo, dopo circa due ore di riunione trova una sintonia di vedute tra Stati Uniti, Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna. Il capo della Casa Bianca appare però chiaramente preoccupato per lo stato in cui si dibatte l’Europa, peraltro proprio il giorno dopo la vittoria della destra populista al primo turno delle presidenziali in Austria e con lo spauracchio della possibile “Brexit”, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea al referendum in programma il 23 marzo. «Sono venuto a dirvi che gli Usa e il mondo intero hanno bisogno di un’Europa forte, unita, prospera, democratica e unita – ha detto Obama in un discorso all’inaugurazione della fiera – forse avete bisogno che un outsider, qualcuno che non è europeo, vi ricordi la gran- dezza di quello che avete conquistato». Obama parla di «momento cruciale», avverte che «quello che accade su questo Continente ha conseguenze sui popoli in tutto il mondo. Se un’Europa unita, pacifica, liberale, pluralistica e basata sul mercato inizia a dubitare di se stessa e inizia a mettere in dubbio i progressi fatti negli ultimi decenni, allora non possiamo aspettarci che i progressi che sono appena iniziati in molti luoghi del mondo continuino». Al contrario, «daremmo potere a chi dice che la democrazia non può funzionare, che servono l’intolleranza, il tribalismo, l’organizzazione per linee etniche, l’autoritarismo, le restrizioni alla libertà di stampa». La crisi migratoria si fa sentire: è stata insieme alla questione della Libia, della Siria e dell’accordo commerciale Ue-Usa ( Ttip) uno dei temi principali dell’incontro. «In Germania più che in qualsiasi altro posto nel mondo avete imparato che quello di cui c’è bisogno nel mondo non sono muri», avverte Obama, che cita esplicitamente il Pontefice: «Papa Francesco ha detto che i profughi non sono numeri, ma sono persone, che hanno volti e storie». E poi: «Voglio che ricordiate che i nostri Paesi sono più forti e sicuri, e hanno più successo, quando integriamo persone di tutte le origini e fedi, e le facciamo sentire un tutt’uno». Moniti pressanti, come però è pressante anche la preoccupazione degli europei su come affrontare il probabile imminente nuovo esodo verso il Vecchio Continente, una volta chiusa la rotta balcanica con l’accordo Ue-Turchia. Si guarda alla Libia, che del resto preoccupa anche per la sua instabilità che sta favorendo Daesh. «Tutti dobbiamo fare di tutto perché il governo al-Sarraj abbia successo», ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che in mattinata ha avuto un colloquio telefonico con il libico e a fine riunione parlerà di «un sostegno unanime» del G5 a Sarraj. Renzi sottolinea che «la linea di fondo è quella di un rapporto molto forte con il governo Sarraj» e che «quando avrà da formalizzare le sue richieste troverà nell’Italia un partner sensibile. Siamo pronti a dare una mano dentro un progetto complessivo e all’interno della comunità internazionale». Ed ecco l’occhio rivolto ai flussi migratori, con un accordo con la Libia sul modello turco, dice Renzi, «sono convinto che si ridurrà il numero di migranti ». Anche la Nato, come già proposto giorni fa dal ministro della Difesa Roberta Pinotti insieme ai colleghi di Gran Bretagna, Germania, Spagna e Francia, potrebbe dare un contributo nel Mediterraneo contro gli scafisti, «il presidente Obama – assicura il premier – si è detto disponibile». Il vertice ha riguardato anche l’economia, con il tentativo di riuscire a chiudere il negoziato per l’accordo di libero scambio Ue-Usa ( Ttip) entro la presidenza Obama, dunque entro l’autunno. «Angela (Merkel,
ndr) e io – ha detto Obama – concordiamo che gli Stati Uniti e l’Unione Europea devono avanzare con i negoziati sul Ttip». Anche Renzi sottolinea: «la posizione dell’Italia sul Ttip è quella che conoscete dai documenti ufficiali e non dai retroscena dei media tedeschi: siamo favorevoli alla chiusura del negoziato e spingiamo per questo, ma nel rispetto di tante specificità».