venerdì 3 maggio 2024
Nelle amministrative il Labour vince, ma non stravince come sperava. Il partito di governo perde quasi 300 seggi. Decisivo il voto islamico ostile ai due blocchi. Starmer frena la sinistra
Il sindacodi Londra, il laburista Sadiq Kha, con la moglie Saadiya davanti al seggionel quartiere in cui vivenella capitale britannica

Il sindacodi Londra, il laburista Sadiq Kha, con la moglie Saadiya davanti al seggionel quartiere in cui vivenella capitale britannica - Reuters

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Una debacle per i Tory, una non memorabile vittoria per i labour. È il bilancio delle elezioni locali tenute giovedì in Inghilterra. Un risultato che la dice lunga sullo stato in cui versano i due principali partiti britannici e sul grado di acidità della campagna elettorale che, entro l’autunno (se non prima), porterà il Regno Unito alle politiche. Nei 107 consigli locali che gli elettori sono stati chiamati a rinnovare i conservatori hanno perso quasi 300 seggi, mentre circa 200 ne hanno invece guadagnati i laburisti. È passata a sinistra l’amministrazione regionale di York e North Yorkshire, che comprende la circoscrizione in cui è stato eletto il premier Tory Risi Sunak, e il seggio parlamentare di Blackpool South andato a elezioni suppletive con le dimissioni di Scott Benton. Qui, il candidato laburista, Chris Webb, si è imposto su quello conservatore, David Jones, con un margine enorme (del 26%) celebrato dal leader del partito, Keir Starmer, come un risultato «storico» e ha chiesto subito il «voto anticipato». Sunak ha incassato la botta, ampiamente prevista dai sondaggi, liquidando le perdite come «deludenti». Due le sue uniche consolazioni: la riconferma di Ben Houchen alla guida della regione Tees Valley e la tenuta dei Tory nel consiglio comunale di Harlow. Starmer ha più volte lasciato intendere che sarebbe riuscito a conquistarle entrambe: cosa, dunque, è andato storto? Secondo gli addetti ai lavori il partito continua a pagare lo scotto di una leadership debole e poco convincente come quella dell’erede di Jeremy Corbyn.
L’esito della consultazione locale ha inoltre certificato la pericolosità di una “ingombrante” realtà: il voto della comunità musulmana che, non accettando la tiepida posizione di Starmer su Gaza, ha ripiegato sui candidati indipendenti (seppure vicini alla sinistra radicale). E’ questa l’origine, per esempio, dell’emorragia di consensi registrata dai laburisti a Oldham dove un quarto della popolazione è di origine islamica. La vittoria dei labour sarebbe a rischio, per lo stesso motivo, anche nella roccaforte rossa delle West Midlands. Meno schiacciante potrebbe essere, in questa chiave, pure la terza rielezione del laburista Sadiq Khan a sindaco di Londra il cui esito è atteso in giornata.
I labour sono andati male anche a Newcastle e South Tyneside. Proiettando i risultati delle elezioni locali a livello nazionale, questa è l’analisi del guru dei sondaggi elettorali John Curtis, il vantaggio di Starmer su Sunak, al momento, non sarebbe più ampio del 9%. È questa la prospettiva che alimenta nei Tory la speranza di poter recuperare terreno puntando, per esempio, sul “piano Ruanda” contro cui, ieri, l’associazione Asylum Aid ha formalmente presentato ricorso. Il governo conta di trasferire a Kigali i primi migranti irregolari tra il primo e il 15 luglio. La prospettiva della detenzione preparatoria alla deportazione sta mettendo in fuga i richiedenti asilo verso l’Irlanda tra le proteste spontanee degli attivisti.
Tra i conservatori amareggiati dall’esito delle urne c’è chi torna a chiedere che a guidare il partito torni Boris Johnson: «Mandarlo via – insistono – è stato un errore».

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