Le proteste dei parenti degli ostaggi - ANSA
Bloccare gli aiuti che entrano a Gaza. Un gruppo di familiari degli ostaggi israeliani si sta dirigendo al valico di Kerem Shalom con la Striscia. L'intenzione è bloccare l’ingresso degli aiuti umanitari per la popolazione dell'enclave palestinese. L'azione - secondo i media israeliani - è indirizzata contro Hamas che impedisce alla Croce Rossa di visitare gli ostaggi, di rendersi conto delle loro condizioni e fornirgli aiuto medico e umanitario. Shai Wenkert - padre di Omer, un ostaggio di 22 anni - ha detto a Ynet che dal 7 ottobre scorso suo figlio "non ha visto un dottore, né ricevuto farmaci, e non è possibile che centinaia di camion entrino ora a Gaza". “È ora di mettere fine a questa farsa. Torneranno chiusi in 136 bare", ha dichiarato a sua volta Ayala Metzger, parente di Yoram e Tami Metzger.
Sul fronte opposto il capo dell'Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh ha ribadito che Israele "non sarà mai in grado di recuperare tutti i suoi ostaggi "tenuti a Gaza "a meno che non rilasci tutti i nostri prigionieri nelle sue carceri". Haniyeh ha sostenuto che l'attacco del 7 ottobre scorso è stato una conseguenza dei "tentativi di emarginare la questione palestinese". Secondo il capo dell'ufficio politico di Hamas, "nonostante il prezzo elevato, i massacri e la guerra di sterminio, il nemico non è riuscito a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi nella guerra'', che sono ''l'eliminazione delle fazioni di resistenza, il recupero degli ostaggi e lo sfollamento dei palestinesi di Gaza verso il territorio egiziano''.
Il capo della diplomazia Usa, Antony Blinken - ANSA
Obiettivo de-escalation
Il capo della diplomazia Usa Antony Blinken è atterrato ieri sera a Tel Aviv. Oggi sono in programmi incontri con i i vertici politici e militari di Israele per cercare di limitare l'espansione del conflitto spingendo per una de-escalation. Stamattina una delegazione israeliana è tornata al Cairo per negoziare sugli ostaggi, ma ieri attacchi israeliani in Siria e Libano hanno provocato la morte di due dirigenti di Hamas e Hezbollah, ma l'esercito dello Stato ebraico ha annunciato di essere passato a una fase più "chirurgica" delle sue operazioni, che puntano ad annientare Hamas con attacchi mirati nel centro e nel sud della Striscia, oltre che alla frontiera con il Libano.
Antony Blinken premerà sui suoi interlocutori israeliani a favore di un'"imminente" transizione ad una fase del conflitto a minore intensità. A rivelarlo è un alto funzionario americano citato dalla Cnn, ricordando che il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha illustrato i piani militari relativi al futuro delle operazioni a Gaza, in base ai quali le forze israeliane passeranno da "una fase bellica di intense manovre" a "diversi tipologie di operazioni speciali". Per Gallant ai palestinesi non dovrebbe essere consentito il ritorno nelle proprie abitazioni nella parte settentrionale della Striscia fino al rilascio di tutti gli ostaggi.
Il segretario di Stato americano ha sottolineato la necessità di "non spingere sui palestinesi perché lascino Gaza" definendo "irresponsabili" i commenti di alcuni ministri israeliani favorevoli al ridislocamento della popolazione all'esterno dell'enclave. Lo stesso Blinken ha annunciato di voler premere sul governo israeliano tenendo conto "dell'assoluto imperativo di fare di più per proteggere i civili".
Soldati israeliani al valico di Kerem Shalom - REUTERS
Il fronte militare: morti altri 4 soldati israeliani
L'esercito israeliano sta allargando le operazioni a Khan Yunis, una roccaforte di Hamas nel sud della Striscia. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui negli attacchi "sono stati uccisi circa 40 terroristi" e scoperti "importanti imbocchi di tunnel così come quantità di armi". A Maghazi, le truppe - ha continuato il portavoce - hanno identificato "operativi della Brigata di Hamas nell'area che sono stati uccisi". La Marina israeliana ha poi colpito "postazioni militari, magazzini di rifornimento e battelli usati dalla forza navale di Hamas". L'esercito israeliano ha reso noto la morte di altri 4 soldati uccisi in combattimento nel centro e nel sud di Gaza. Si tratta di Roi Tal (19 anni), dei riservisti David Schwartz (26 anni), Yakir Hexter (26) e Gavriel Bloom (27 anni). Il bilancio dei soldati morti dall'avvio dell'operazione nella Striscia è ora di 180.
Il portavoce dell'esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha annunciato che presto inizierà una "nuova fase" della guerra meno intensiva, con meno truppe di terra e meno attacchi aerei, più focalizzata su operazioni selettive basate sulle segnalazioni dell'intelligence. "Ci sono ancora agenti e armi terroristici nel nord della Striscia di Gaza, ma non operano all'interno di un quadro militare organizzato e ora operiamo lì in modo diverso e con una diversa combinazione di forze", ha spiegato. Ma, ha precisato, nel centro e nel sud dell'enclave l'attività operativa è ancora "intensa e complessa" e qui i combattimenti proseguiranno.
I militari israeliani hanno poi iniziato l'evacuazione di un avamposto illegale in Cisgiordania, vicino all'insediamento Pnei Kedem nel blocco di Gush Etzion, dove si trovano diverse famiglie e una decina di strutture. Lo smantellamento è dovuto a ragioni di sicurezza perché si trova in una zona isolata, ha fatto sapere l'esercito, giustificando così il fatto che la questione non è stata sollevata davanti al ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ministro aggiunto alla Difesa e leader dell'estrema destra, espressione dei coloni. Circa un mese fa l'avamposto illegale era già stato evacuato e demolito. All'epoca, il ministro della Sicurezza nazionale e leader dell'estrema destra Itamar Ben-Gvir aveva attaccato duramente il ministro della Difesa, Yoav Gallant, per questo.