venerdì 16 febbraio 2024
Un emissario di G9 ha ordinato di evacuare il rifugio. La religiosa italiana: «Aiutateci, siamo in pericolo»
Piccola sfollata nel conflitto che dilania Port-au-Prince

Piccola sfollata nel conflitto che dilania Port-au-Prince - Reuters

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L'ordine è perentorio: «Sgombero immediato». A portarlo alla Kay Pe Giuss, il rifugio dove suor Marcella Catozza ospita 134 bambini, è stato un miliziano della gang G9. Il giovane, pesantemente armato, si è presentato nella struttura di Warf Jeremie, la parte più povera della baraccopoli di Cité Soleil, e ha intimato alla religiosa di abbandonare la casa, la scuola materna e quella elementare che sarebbero diventate quartier generale del gruppo armato. E' prassi corrente nella feroce guerra fra bande - oltre duecento - che dilaniano Haiti e la sua capitale, Port-au-Prince. Già duecentomila donne e uomini sono stati trasformati in sfollati interni dalla ferocia del conflitto. Ora anche i bimbi di Kay Pe Giuss rischiano di aggiungersi al fiume dei profughi. «Siamo in pericolo», è il grido disperato lanciato via WhatsApp da suor Marcella, francescana missionaria, nell'isola dal 2006. «Può essere una questione di ore, forse giorni. Non sappiamo più a chi rivolgerci. Aiutateci a non tradire la speranza dei nostri piccoli». Da oltre un anno, il Paese, dove le istituzioni sono ormai implose, attende un intervento internazionale per ripristinare le condizioni minime di sicurezza. Finora, però, nonostante l'appoggio dell'Onu, i vari intenti di attuarla si sono risolti in un nulla di fatto.

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