mercoledì 13 novembre 2024
Gli operatori sanitari costretti a scendere. Quindi la brutale esecuzione. L'organizzazione umanitaria: «Violenza scioccante»
Haiti è sempre più nel caos

Haiti è sempre più nel caos - REUTERS

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Assalto all’ambulanza di Medici senza frontiere, ed esecuzione a sangue freddo di due pazienti da parte della polizia. Un nuovo salto in là nell’orrore ad Haiti, in quello che è l’ultimo atto della guerra per bande in corso da mesi ad Haiti con la polizia al soldo dei signori della guerra. Un conflitto endemico, ma inaspritosi dopo la nomina del nuovo primo ministro Alix Didier Fils-Aimè.

Lunedì scorso – riferisce l’organizzazione umanitaria – un’ambulanza di Msf che trasportava tre giovani con ferite da arma da fuoco è stata fermata dalla polizia haitiana a un centinaio di metri dall’ospedale di Msf nella zona di Drouillard, nella capitale a Port-au-Prince. Il veicolo è stata costretto a dirigersi verso l’Hôpital La Paix dove le forze dell’ordine e uomini armati hanno circondato l’ambulanza, tagliato le ruote. Subito dopo, riferisce l’organizzazione umanitaria, «hanno lanciato lacrimogeni contro il personale di Msf nel veicolo per costringerlo a uscire. Hanno poi portato i pazienti feriti poco lontano, fuori dall’ospedale, dove almeno due di loro sono stati vittime di un’esecuzione».

Non è la prima volta che un episodio del genere si verifica ad Haiti: lo scorso settembre, un'altra ambulanza di Msf era stata fermata per più di un’ora mentre trasportava un paziente in condizioni critiche: il paziente a bordo è morto per mancanza di cure. «Questa volta il nostro personale è stato anche aggredito, insultato, colpito con gas lacrimogeni, minacciato di morte, trattenuto per più di quattro ore e i pazienti prelevati dall’ambulanza e uccisi» ha raccontato il capo missione Christophe Garnier. «Questi fatti mettono seriamente in discussione la possibilità di continuare a fornire cure essenziali alla popolazione che ne ha estremo bisogno. I civili sono ogni giorno vittime di tremende crudeltà di cui i nostri team sanitari sono testimoni, tra stupri, torture e tentativi di omicidio», ha concluso Garnier.

L’attacco all’ambulanza si inserisce nell’ondata di disordini scatenatesi sull’isola caraibica dopo la destituzione di Garry Conille. Martedì gli scontri tra bande armate hanno coinvolto l'aeroporto internazionale Toussaint Louverture nella capitale, creando caos nei cieli di Port-au-Prince. Alcune compagnie aeree hanno deciso di bloccare i voli per Haiti, dopo che delle bande armate hanno aperto il fuoco su un volo commerciale della Spirit Airlines in atterraggio a Port-au-Prince, in provenienza dalla Florida, che è stato poi dirottato sulla Repubblica Dominicana. Un assistente di volo è stato lievemente ferito di striscio da un proiettile. La sparatoria avveniva mentre il Consiglio presidenziale di transizione di Haiti nominava l’imprenditore ed ex candidato al senato, Alix Didier Fils-Aimè, come nuovo primo ministro.

L’ex premier Conille ha ricevuto la notizia del licenziamento mentre era in missione all'estero – in Kenya ed Emirati arabi Uniti – per sollecitare aiuti internazionali che tardano ad arrivare a causa della crescente instabilità politica. Conille ha denunciato come illegale la mossa del Consiglio, affermando che solo il Parlamento ha il potere per sollevare un primo ministro dall'incarico.

Didier Fils-Aimè ha sostituito Garry Conille, entrato in carica come premier, impegnandosi durante la cerimonia di giuramento a «ristabilire pace e sicurezza», definite come la «priorità» per Haiti. «Ho un pensiero speciale per tutte le vittime degli atti criminali dei banditi che continuano a seminare tristezza e lutto tra la popolazione – ha aggiunto Fils-Aimè –. Non possiamo chiudere gli occhi davanti alle madri e ai bambini che fuggono, lasciando tutto ciò che hanno costruito e senza nemmeno poter mandare i loro figli a scuola».

Dopo che i media hanno confermato l'ufficialità della fine del mandato Conille colpi d’arma da fuoco sono risuonati nei quartieri della capitale caduti sotto il controllo delle bande, mentre il leader della coalizione armata “Viv Ansanm” (Vivere insieme), Jimmy Chérizier, noto con il soprannome di “Barbecue”, ha avvertito: «La battaglia ricomincerà» e ha lanciato un appello agli haitiani: «Come siete abituati a fare, è ora di prendere nelle vostre mani il destino di questo Paese». Chérizier sostiene che le autorità non sono state in grado né di garantire gli interessi dei cittadini né di ristabilire l’ordine nel Paese. Per questo “Barbecue” ha chiesto alla popolazione di limitare le uscite fuori di casa allo strettamente necessario. All’appello si è subito unito il leader di un altra gang, Jeff Gwo Lwa, attivo nell’area nord della capitale Port-au-Prince annunciando nuovi combattimenti.




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