Sfollati in fuga dai quartieri del centro di Port-au-Prince assaltati dalle gang - Reuters
La Chiesa latinoamericana si stringe intorno ad Haiti lacerata dalla violenza. Il Consiglio episcopale del Continente (Celam), la Conferenza dei religiosi e delle religiose (Clar) e la Caritas latinoamericana invitano i cattolici a dedicare il prossimo venerdì di Quaresima - il 22 marzo - alla preghiera per l'isola. «Todos con Haiti», tutti con Haiti, è lo slogan dell'iniziativa. «Che in tale giornata le nostre celebrazioni quaresimali siano accompagnate dal pensiero di Haiti. Il nostro è anche un modo per sollecitare attenzione su questa crisi tanto grave e drammatica. Uniamoci al grido del popolo haitiano affinché la sua voce sia ascoltata in terra e in cielo, fiduciosi nella misericordia e nella compassione di Dio per i suoi figli», si legge nel comunicato.
Lo scenario nell'isola - ancora senza guida a quasi una settimana dalle dimissioni del premier Ariel Henry. dato che il Consiglio di transizione non riesce a formarsi - si fa sempre più grave. Ogni giorno, in centinaia lasciano le case distrutte o intrappolate dai combattimenti e cercano rifugio nelle piazze o nei 14 rifugi di fortuna creati dalle autorità a Port-au-Prince. Il caos dell'ultima settimana ha causato altri 15mila sfollati interni che si sommano agli oltre 362mila di una guerra interminabile e invisibile. La metà sono bambini. Caritas Haiti cerca di non lasciarli soli in un momento in cui molte organizzazioni umanitarie hanno dovuto ridurre o sospendere le attività per paura di essere attaccate o per mancanza di beni di prima necessità. Con il porto e l'aeroporto internazionale bloccato dalle bande armate, l'isola non riceve rifornimenti da cui dipende da oltre dieci giorni. I magazzini con le scorte si trovano vicino allo scalo, dunque sono inaccessibili a causa dei combattimenti. Caritas Haiti ha organizzato la distribuzione di acqua potabile alle famiglie che accolgono sfollati. Sono in corso incontri tra l’équipe di emergenza di Caritas Haiti e quella dell’Ufficio diocesano di Port-au-Prince per individuare le azioni umanitarie più urgenti da intraprendere. Tra cui il trasferimento dei rifugiati interni nei quartieri più accessibili e sicuri della diocesi di Port-au-Prince. Si prevede una campagna di sensibilizzazione in tre parrocchie dei comuni di Delmas e Pétion-Ville per identificare eventuali famiglie disposte ad accogliere altre persone in fuga.
Le organizzazioni stanno lanciando diversi appelli alle agenzie umanitarie per evitare una crisi alimentare e sanitaria che potrebbe causare migliaia di morti. Caritas Haiti sta lavorando insieme all’ufficio diocesano più colpito (Caritas Port-au-Prince) per sviluppare un piano di intervento. L’équipe umanitaria di Caritas Internationalis sta monitorando da vicino la situazione insieme alla Caritas di Haiti, alla Caritas regionale dell’America Latina e al CRS/Haiti.
Al loro fianco c'è Caritas italiana che da anni porta avanti il suo impegno a favore del popolo haitiano, garantendo il suo sostegno a Caritas Haiti, con la quale cerca di assicurare un impegno profuso in numerose aree del Paese in risposta alle numerose emergenze, con interventi che vanno dalla ricostruzione (post-terremoti e tifoni) ad azioni di riabilitazione (promozione della salute, educazione, sicurezza alimentare, protezione dell’infanzia e delle categorie più vulnerabili). Inoltre partecipa al coordinamento di Caritas Internationalis che monitora costantemente l’attuale grave crisi sociopolitica che sta vivendo il Paese.