Si raccolgono bambini feriti a Gaza City dopo il bombardamento - Reuters
Due corpicini grigi di polvere trasportati, uno per braccio, da un soccorritore della Mezzaluna Rossa in una strada grigia di macerie, sotto un sole abbacinante, sono l’istantanea del più recente massacro nella Striscia di Gaza. Avranno dieci o undici anni, uno si aggrappa alla spalla dell’uomo. L’immagine dei volti, in un’altra foto, non lascia granché spazio alla speranza.
Sarebbero almeno 42 i palestinesi uccisi in un raid israeliano nel Nord dell’enclave: sul campo profughi di al-Shati, dove sono state scattate le due foto, e nel distretto di al-Tuffah a Gaza City. Un video documenta la distruzione ad al-Tuffah. La conta delle vittime è del governo di Hamas, le immagini testimoniano lo strazio. Secondo il Times of Israel, che cita fonti israeliane a Gaza, l’attacco era diretto contro un alto comandante di Hamas: il capo delle operazioni Raad Saad. Non è chiaro se sia stato eliminato. Lo scorso marzo era sfuggito all’operazione su larga scala condotta dall’esercito nell’ospedale al-Shifa, sempre a Gaza City, dove l’intelligence lo dava nascosto. È la seconda volta in due giorni che decine di civili muoiono in un raid.
Venerdì era toccato agli sfollati della zona costiera di al-Mawasi, vicino a Rafah, indicata come «area umanitaria». La Croce Rossa ha confermato l’uccisione di 25 persone in un bombardamento «con proiettili di grosso calibro» che ha danneggiato anche gli uffici dell’organizzazione, attorno ai quali erano piantate le tende. I feriti sarebbero una cinquantina.
«Sparare così pericolosamente vicino alle strutture umanitarie mette a rischio la vita di civili e operatori umanitari», scrive la Croce Rossa. In un primo momento l’esercito aveva smentito, poi un portavoce ha informato che si stanno accertando i fatti. L’Unione Europea, scrive su X l’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, «condanna i bombardamenti che hanno danneggiato la sede del Comitato internazionale della Croce Rossa a Gaza e hanno causato decine di vittime. È necessaria un'indagine indipendente e i responsabili devono essere chiamati a rispondere.La protezione dei civili – ricorda – è un obbligo previsto dalle Convenzioni di Ginevra».
Stando ai dati del governo di Hamas, sarebbero 101 i palestinesi uccisi in ventiquattr’ore: la giornata più cruenta delle ultime settimane. In otto mesi e mezzo di combattimenti, le vittime sarebbero 37.551, con 86mila feriti.
Mentre la guerra minaccia di allargarsi al Libano, l’esercito ha annunciato l’uccisione «in un raid mirato» nella Valle della Beqaa del «terrorista Ayman Ratma, responsabile del rifornimento di armi per le organizzazioni terroristiche di Hamas e Jamaa Islamiya», quest’ultima sunnita e vicina ai Fratelli Musulmani. Il Kuwait ha chiesto ai propri cittadini di lasciare il Paese. Violenze e morti anche in Cisgiordania, dove un israeliano è stato ucciso vicino a Qalqilyai. Stava viaggiando in auto quando è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco.
Nella stessa zona, venerdì, la polizia israeliana aveva ucciso due palestinesi ricercati. Sempre in Cisgiordania, è morto in ospedale il dodicenne Muhammad Murad Khoshiyeh. Era stato colpito la settimana scorsa dal fuoco dell’esercito negli scontri ad al-Bireh, vicino a Ramallah. Ad aumentare la rabbia nei Territori la diffusione di un video in cui un palestinese ferito vicino a Jenin viene legato al cofano di un veicolo militare israeliano e trasportato così in ospedale.