Il sottomarino russo Zaporozhye della Flotta del Mar Nero - Ansa
È una guerra sfuggente e silenziosa. Si sta combattendo negli abissi, fra le Marine alleate e la Russia revanscista. L’ultima vittima è stata la Norvegia. Il contro-spionaggio di Oslo ha dovuto sguinzagliare i suoi segugi per venire a capo di un mistero: chi ha manomesso il cavo sottomarino della rete di sorveglianza oceanografica entrata in funzione appena un anno fa? I suoi sensori sono preziosi. Servono a monitorare l’ambiente e per l’allerta militare. Tengono d’occhio i movimenti dei sommergibili nucleari russi della flotta del Nord, sempre più copiosi a salpare dalle basi della penisola di Kola per poi spiare gli approdi dei paesi della Nato. La Norvegia è la sentinella più avanzata: se è accecata, i russi possono incunearsi di soppiatto lungo le arterie Giuk, fra la Groenlandia, l’Islanda e il Regno Unito, cruciali per gli approvvigionamenti fra l’America settentrionale e l’Europa. Inutile dire che avrebbero tutto l’interesse a sabotare la rete sensoristica norvegese.
Negli ultimi tempi, c’è stato un via vai di navi russe nei mari norvegesi, soprattutto vicino alle infrastrutture offshore. E la direzione principale russa per le ricerche in acque profonde, più nota come Gugi, ha tutti gli arnesi per operare nelle profondità dei mari. Fa uno spionaggio continuo delle comunicazioni sottomarine, in prossimità dei cavi di interconnessione. Si è spinta perfino nel Golfo di Guascogna. La sua nave Yantar, che libera due minisommergibili, ha lambito l’Irlanda ad agosto, nel punto in cui passano i cavi di telecomunicazione fra gli Usa e il Regno Unito. Naviga spesso con il sistema di identificazione automatico spento, per far perdere le sue tracce.
L’offensiva è sotterranea ma permanente. Si somma alle manovre inedite dei sommergibili russi nel Nord Atlantico, che stanno cercando di eludere la difesa antisottomarina alleata e di spingersi sempre più al largo, in direzione delle coste statunitensi, senza essere scoperti. Lo fanno sempre più spesso, in barba al rinato Comando per l’Atlantico della Nato e alla rete di antenne attive, voluta dagli Usa nei fondali fra la Groenlandia e la Scozia.