Ruth Bader Ginsburg avea 87 anni - Ansa
La giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, la seconda donna nella storia americana a essere nominata alla Corte e diventata presto una figura di riferimento della sinistra americana per il suo impegno in favore dei diritti delle donne ma anche contestata dal fronte moderato e conservatore, è morta all'età di 87 anni. La scomparsa della giurista, nominata da Bill Clinton nel 1993, è stata resa nota con un comunicato del massimo organismo giuridico americano.
La sua uscita di scena, a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali del 3 novembre, è destinata ad aprire un acceso scontro sul nuovo giudice da assegnare alla Corte. Donald Trump, che ha già scelto due giudici, Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, ha manifestato la decisa intenzione di nominare senza indugio, cioè prima della fine del suo mandato, un terzo componente. Ciò cambierebbe l'orientamento della Corte in favore dei conservatori. Ginsburg negli ultimi mesi, nonostante avesse ripreso, per la quinta volta, la battaglia contro il cancro, ha sempre continuato a svolgere la sua attività in seno alla Corte. Secondo quanto ha riportato la radio pubblica Npr, prima di morire ha dettato alla nipote Clara Spera le sue ultime volontà, indicando che "il desiderio maggiore è che io non venga sostituita fino a quando non sarà insediato un nuovo presidente".
Le origini
Nata in una famiglia ebrea di Brooklyn negli anni della depressione, Ginsburg ebbe un'eccellente carriera accademica che la portò al top della sua classe quando alle Law School americane le donne ancora dovevano giustificare la loro presenza in un mondo maschile. Nella sua attività da avvocato negli anni Settanta, lavorando insieme all'American Civil Liberties Union, discusse con successo di fronte alla Corte Suprema diversi casi contro la discriminazione di genere. E, arrivata nel 1993 a essere membro della Corte Suprema, continuò a sostenere i diritti delle donne e delle minoranze. Fu anche fortemente a favore del diritto all'aborto depenalizzato, tema sui cui si scontrò con tutto il fronte pro-life, sia politico sia religioso.
Il ricordo di Trump
"Era una donna straordinaria, che si fosse d'accordo o no con lei, era una donna straordinaria che ha avuto una vita straordinaria". Così Donald Trump ha risposto, a caldo, ai giornalisti che, a margine di un comizio in Minnesota, l'hanno informato della morte di Ginsburg, simbolo dell'America progressista. Con una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca, Trump ha poi definito l'87enne giurista un "titano del diritto", lodandone "la brillante mente legale". "Le sue sentenze, comprese le note decisioni riguardo ai diritti delle donne e dei disabili, hanno ispirato tutti gli americani e generazioni di giuristi", conclude la dichiarazione.
Un memoriale spontaneo della giudice scomparsa - Reuters
Lo scontro elettorale
Malgrado il cordoglio condiviso, la polemica sulla successione è cominciata subito. "Fatemi essere chiaro, gli elettori sceglieranno il presidente e allora il presidente dovrà scegliere il giudice che il Senato dovrà confermare". Così Joe Biden, per il quale Donald Trump non potrà nominare prima delle elezioni il nuovo giudice della Corte Suprema. A sostegno della sua posizione il candidato democratico ha citato proprio l'argomento con cui il leader del Senato, il repubblicano Mitch McConnell e il resto della maggioranza repubblicana chiesero di bloccare la ratifica della nomina fatta all'inizio del 2016 da Barack Obama del giudice Merrick Garland, sostenendo che quello era l'anno elettorale e bisognava aspettare il responso delle urne. "Questa è stata la posizione che il Senato repubblicano ha preso quando mancavano 10 mesi alle elezioni - ha detto Biden - questa è la posizione che il Senato deve prendere oggi che mancano solo 46 giorni alle elezioni".
Lo stesso leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell, ha però annunciato che avvierà il processo di conferma per il giudice che Donald Trump nominerà al posto della scomparsa Ruth Ginsburg. "Gli americani hanno rieletto la nostra maggioranza nel 2016 e l'hanno rafforzata nel 2018 perché ci siamo impegnati a lavorare con il presidente Trump e sostenere la sua agenda, soprattutto per quanto riguarda la nomina di giudici federali", ha dichiarato McConnell. "Il giudice nominato dal presidente Trump sarà votato in aula al Senato", ha concluso.
L'importanza del seggio alla Corte Suprema
In un edificio di stile neoclassico che si erge di fronte al Campidoglio, la Corte Suprema degli Stati Uniti rappresenta l'arbitro finale sulle questioni giuridiche fondamentali, che possono includere la pena di morte e le controversie elettorali, i diritti delle minoranze, il razzismo, le controversie di costituzionalità. Creata ai sensi dell'articolo III della testo fondamentale statunitense, la Corte è composta da un giudice capo e da otto giudici associati, tutti nominati a vita. La sua principale funzione è quella di giudice della costituzionalità delle leggi statali e federali. Si tratta del cosiddetto 'Judicial Review', che può anche essere esercitato dai giudici ordinari, con l'unica differenza che quando incontrano una legge incostituzionale si limitano a non applicarla, al contrario della Corte suprema, che la abroga. In questo senso la Corte è considerata l'interprete autentico della Costituzione, e anzi proprio in virtù di questa alta rappresentatività in certi casi può operare al di sopra delle competenze delle corti dei singoli Stati federali.
Quando un seggio diviene vacante, il presidente degli Stati Uniti provvede alla nomina del giudice con il consenso del Senato. Come tutti i funzionari pubblici e i presidenti degli Stati Uniti, i giudici della Corte Suprema possono essere imputati e rimossi dall'incarico se giudicati colpevoli di tradimento, corruzione o altri alti crimini, ma finora questo non è mai accaduto. Da quando la Corte è stata istituita, il presidente nomina un nuovo candidato all'incirca ogni due anni, e i giudici sono stati in carica per una media di circa 15 anni. Alcuni, tuttavia, prestano servizio molto più a lungo. Anthony Kennedy, andato in pensione nel 2018, era stato nominato nel 1987 dal presidente Ronald Reagan e confermato l'anno successivo. Ogni candidato alla Corte Suprema deve prima superare un'udienza di conferma da parte della Commissione giudiziaria del Senato degli Stati Uniti, poi la sua nomina essere approvata dal Senato al completo.
Le sentenze della Corte sono approvate a maggioranza e le loro opinioni sono redatte da uno dei giudici. Gli altri giudici possono aggiungere i propri commenti o, se si oppongono alla sentenza, scrivere un parere dissenziente: abitudine per la quale Ruth Bader Ginsburg era considerata una specialista.