lunedì 28 ottobre 2024
Il Partito Liberal Democratico passa da 247 a 191 seggi, la formazione "satellite" Komeito da 32 a 24 seggi. Il Japan Times: un mese da dimenticare segnato da troppi errori politici
Il premier giapponese Shigeru Ishiba

Il premier giapponese Shigeru Ishiba - REUTERS

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Una parabola politica già avviata al tramonto? Nonostante l’annuncio di non volersi dimettere perché “nell'attuale contesto economico e di sicurezza estremamente delicato, il Paese non può permettersi una paralisi politica”, le ambizioni del premier giapponese Shigeru Ishiba escono pesantemente ridimensionate dalle urne. A un mese dalla “conquista” del Partito - e dal clima di euforia che lo aveva accompagnato -, Ishiba deve fare i conti ora con un quadro politico estremamente frammentario. E denso di incognite. Il tentativo di giocare in anticipo (e d’azzardo) con il voto anticipato è fallito.

Il responso è stato impietoso. Per la prima volta dal 2009 il Partito Liberal Democratico (Ldp), che ha governato il Giappone quasi ininterrottamente per settant'anni, non ha raggiunto la maggioranza assoluta di 233 seggi. Non solo: la coalizione di governo composta e dal piccolo partito “satellite” Komeito non è riuscita ad assicurarsi il controllo della metà dei 465 seggi della Camera bassa. I Liberal-democratici vedono ridotti il numero dei seggi da 247 a 191, Komeito passa da 32 a 24 seggi. Superiore alle aspettative il risultato della principale forza di opposizione, il Partito costituzionale democratico (Cdp), guidato dall'ex premier Yoshihiko Noda, che conquista 148 seggi rispetto ai precedenti 98. Incoraggiante anche l'avanzata del partito centrista Democratic Party for the People (Dpp) - con 28 seggi contro i sette detenuti in precedenza - che punta su misure atte a contenere il caro vita, a partire da una drastica riduzione della tassa sui consumi. Male invece il Nippon Ishin no Kai, un partito populista di destra che - al pari dell'Ldp - si dice favorevole alla revisione della Costituzione pacifista del Paese, ed è incline ad un aumento della spesa per la Difesa, in virtù di quella che viene percepita come la minaccia dell'espansionismo della vicina Cina nella regione dell'Asia-Pacifico. A voto avvenuto la maggioranza nell'aula più influente della Dieta premia i partiti all'opposizione con un totale di 288 seggi contro i 215 dell'alleanza di governo.

E ora? Come il premier 67enne potrà tenere la barra del governo? Come veleggerà, evitando di sprofondare nelle sabbie mobili dell’ingovernabilità e dei veti incrociati? Nella conferenza stampa fatta dopo il disastro, un “cupo” Ishida ha rilanciato, scommettendo sulla frammentazione dell'opposizione, incapace di formare una propria coalizione. Niente “campo largo”, Ishida punterà a un governo di minoranza. "Penso – ha dichiarato - che il punto di partenza debba essere una discussione approfondita che ci permetta di accettare con umiltà le singole politiche dei legislatori esterni ai nostri alleati tradizionali". "Ci sono vari modi per collaborare, sia attraverso una coalizione che con una cooperazione non coalizionale", ha chiarito, senza entrare nei dettagli. Alla domanda se avrebbe mantenuto i suoi attuali incarichi, Ishiba, che è anche presidente del Ldp, ha assicurato che “sarà così".

Inaggirabili le domande sulle motivazioni che lo hanno portato alla sconfitta, “Il fattore più importante – ha detto - è il clima di sospetto, la sfiducia e la rabbia che non si sono attenuati sul problema dei finanziamenti e della politica", promettendo una "riforma fondamentale" su questo tema. Secondo un sondaggio in uscita di Kyodo News, il 74 percento degli elettori si è espresso tenendo conto dello scandalo dei fondi neri che ha offuscato la reputazione del partito. Anche tra i sostenitori del Ldp, il 68 percento lo ha fatto, "il che suggerisce che lo scandalo ha influenzato il loro comportamento di voto".

Duro il giudizio del Japan Times. “La perdita della maggioranza della coalizione al governo Ldp-Komeito dopo elezioni anticipate indette frettolosamente ha coronato un mese da dimenticare segnato da errori politici, un tiepido sostegno pubblico e una serie di passi falsi sulla questione centrale delle elezioni: la riforma politica. La strategia del Ldp, selezionare il personaggio più popolare come leader con l'obiettivo di ripulire la sua immagine prima delle elezioni generali, si è ritorta contro di lui tra la rabbia e la stanchezza degli elettori nei confronti del partito al governo e del suo coinvolgimento apparentemente infinito in scandali”.

Per Asia Times, "gli errori di Ishiba e il sovvertimento politico che sta causando giungono in mezzo a una sconcertante serie di venti contrari che incombono sulla nazione. Tra questi, il rallentamento della crescita interna, l’ascesa della Cina, le provocazioni della Corea del Nord e le crescenti probabilità che gli americani riportino Donald Trump e le sue guerre commerciali alla Casa Bianca". Una tempesta che potrebbe travolgere la navigazione a vista di Ishiba.

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