venerdì 23 aprile 2021
L’atto di terrorismo è avvenuto a Rambouillet. L’agente, 49 anni, è morta dopo il ricovero. Ucciso anche l’aggressore: il 37enne di origini tunisine era stato regolarizzato nel 2019 e non era schedato
Francia, grida «Allah akbar» e taglia la gola a una poliziotta

Ansa

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Stava rientrando dalla pausa pranzo, poco dopo le 14. Una aggressione premeditata, quanto improvvisa e imprevedibile: una lama del coltello impugnata a uno sconosciuto ha colpito alla gola la funzionaria di polizia all’ingresso del commissariato di Rambouillet. L’assassino, che ha gridato «Allah Akbar», è un tunisino di 37 anni. Un gesto improvviso, che ha sconvolto la Francia, riportandola alla decapitazione del professore del liceo alla periferia Parigi a metà ottobre e alla strage a Notre Dame di Nizza, pochi giorni dopo, che fece tre vittime.
La funzionaria amministrativa di polizia uccisa giovedì aveva 49 anni: come ricostruito subito dall’emittente Bfm tv, è stata pugnalata più volte alla gola. L’aggressore è morto per le ferite provocate dalla reazione dei colleghi della vittima e aveva con sé dei documenti. L’uomo, è subito trapelato da fonti giornalistiche sul posto, non era schedato fra le persone a rischio radicalizzazione ed era incensurato, entrato in Francia da clandestino nel 2009, era stato regolarizzato nel 2019. L’ultima pagina visualizzata sullo smartphone dell’assalitore, ha riferito Bfm tv è un video caricato su YouTube che fa riferimento al jihad. A sera la polizia ha arrestato tre persone che i tre facevano parte dell'"entourage" del sospetto.

Stéphanie, questo il nome della vittima, non era una poliziotta impegnata nel servizio di ordine pubblico, ma un’impiegata nell’amministrazione, e quindi non armata. L’agente, hanno riferito i poliziotti del commissariato di Rambouillet, era «una madre di famiglia» e «una collega modello». La donna, che lascia due figlie di 18 e 13 anni, era «uscita dal commissariato per fare alcuni acquisti e per aggiornare il disco orario per il parcheggio della sua auto».

L’assassino, ha affermato nel pomeriggio il procuratore della Repubblica, aveva «effettuato diversi sopralluoghi» sul posto prima di entrare in azione. Questo è uno degli «elementi» che hanno portato ad affidare l’inchiesta all’antiterrorismo: «Lo svolgimento dei fatti, i sopralluoghi effettuati, le modalità del delitto, la funzione della vittima ma anche le parole pronunciate dall’autore al momento della realizzazione dei fatti». Tutti elementi che ora sono al vaglio degli inquirenti. La Procura nazionale anti-terrorismo ha infatti annunciato di aver aperto un’indagine per «attacco terroristico» e «associazione a delinquere di natura terroristica», affidata congiuntamente alla Direzione centrale della polizia giudiziaria e alla Direzione generale della sicurezza interna.

La presidente della regione dell’Ile-de-France, Valerie Pecresse, ha parlato di un «tragico attentato» e si è subito recata sul posto dove è stata raggiunta dal ministro degli Interni. Sul posto, oltre al ministro dell’Interno, Gérald Darmanin è atteso anche il premier Jean Castex. La Francia ha perso «una delle sue eroine quotidiane», in quello che è stato «un barbaro gesto di infinita codardia» ha scritto su Twitter il premier francese nell’esprimere le condoglianze ai familiari a cui ha assicurato «il sostegno di tutta la nazione». Poi il premier Castex ha assicurato alle forze di sicurezza di condividere l’«emozione» e l’«indignazione» per l’accaduto.

Raggiunto in Ciad dalla notizia dell’omicidio, il presidente Emmanuel Macron ha twittato: «Era un agente di polizia. Stephanie è stata uccisa nella sua stazione di polizia a Rambouillet, nelle terre già contuse degli Yvelines. La Nazione sta con la sua famiglia, i suoi colleghi e le forze dell’ordine. Nella lotta contro il terrorismo islamico, non cederemo».

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