Conto alla rovescia per l'addio alla Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump - Reuters
A cinque giorni dal giuramento di Joe Biden, l’ultimo spietato colpo di frusta di Donald Trump. Dustin Higgs è stato ucciso con un’iniezione letale di pentorbital nel penitenziario di Terre Haute, in Indiana. L’uomo, un afroamericano di 48 anni, nel 2000 era stato condannato a morte per l’uccisione di tre donne.
È la tredicesima esecuzione in sei mesi da quando lo scorso luglio Donald Trump ha ripreso le esecuzioni federali dopo 17 anni di moratoria. Quella di Higgs è l’ultima delle tre esecuzioni programmate per questa settimana, dopo Lisa Montgomery uccisa dal boia il 13 gennaio, e Corey Johnson, tutti detenuti nel carcere di Terre Haute.
Un tribunale aveva chiesto di rimandare l’esecuzione sostenendo che Higgs, era affetto da Covid-19 a causa di un focolaio scoppiato nel carcere dell’Indiana. La Corte Suprema aveva però accolto il successivo ricorso del Dipartimento di Giustizia, dando in questo modo il via libera all’iniezione letale. Nel gennaio 1996 Dustin Higgs aveva invitato tre giovani donne nel suo appartamento di Washington. Dopo che una delle ragazze aveva rifiutato le sue avance, Higgs si era offerto di accompagnarle a casa insieme a un suo amico. Le tre donne furono uccise in un posto isolato a colpi di pistola dall’amico, su ordine di Higgs che nel 2000 fu condannato a morte. L’esecutore del triplice omicidio fu invece condannato all’ergastolo perché incastrò Higgs. A dicembre l’avvocato di Higgs aveva invano chiesto clemenza a Trump affermando che fosse «arbitrario e ingiusto» che al suo assistito fosse stata inflitta una pena superiore a quella dell’esecutore materiale degli omicidi.
Intanto il prossimo “cambio della guardia” alla Casa Bianca – oltre ad alzare la tensione alle stesse con 25mila soldati della guardia nazionale schierati sul National Mall a Washington per il giuramento di Joe Biden di mercoledì – produce già forti “fibrillazioni” fra le organizzazioni che più hanno sostenuto il presidente uscente.
La potente National Rifle Association (Nra), la lobby delle armi statunitense, ha deciso di trasferirsi in Texas.
La decisione, comprensiva di una dichiarazione di bancarotta, è un tentativo di sfuggire alla Procura di New York che minaccia lo scioglimento dell’organizzazione per violazione del suo status di non profit. In estate il procuratore di New York Letitia James, aveva avviato una procedura legale per rimuovere dal suo incarico Wayne LaPierre, leader dell’Nra, accusandolo di aver usato i fondi dell’organizzazione per scopi personali. L’Nra ha il suo quartier generale a Fairfax, in Virginia, nell’area di Washington D.C. Ma ora pare meglio traslocare in Texas.