Il premier britannico Rishi Sunak - ANSA
Il premier britannico Rishi Sunak ha rotto gli indugi: il Regno Unito andrà a elezioni anticipate il 4 luglio, sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura. Lo ha annunciato lui stesso, ieri, al termine del Consiglio dei ministri, in un discorso alla nazione pronunciato sotto la pioggia battente all’esterno del N.10 di Downing Street. «È arrivato il momento – ha proclamato – che il Paese scelga il proprio futuro».
Sunak, con giacca e capelli inzuppati di pioggia, non ha dato più di tante spiegazioni sull’anticipo. Parlando sullo sfondo di una canzone dei D:Ream cara ai laburisti, “Things can only get better” (le cose possono solo andare meglio), colonna sonora di una protesta in corso nello stesso momento a Whitehall, ha spiegato di aver ottenuto dal re Carlo il via libera allo scioglimento del Parlamento nella data del 30 maggio.
È da mesi che Oltremanica si parla di elezioni anticipate. I Tory, il partito di cui Sunak è leader, sono da tempo alle prese con una grave crisi di consenso. Secondo le ultime rilevazioni di YouGov il favore di cui godono nell’elettorato è del 20% contro il 47% dei laburisti. A certificarne la fragilità è stata la débâcle registrata alle elezioni amministrative del 2 maggio, in cui i conservatori hanno visto andare in fumo a livello locale quasi 500 seggi. Sunak sinora aveva sempre respinto le sollecitazioni a indire una verifica elettorale. Ieri, a sorpresa, è invece arrivata la svolta. Dicono che il ministro degli Esteri David Cameron sia tornato in fretta e furia da un viaggio in Albania per partecipare alla riunione di gabinetto in cui è maturata. Secondo gli addetti ai lavori si tratta di una scommessa ad alto rischio. L’annuncio è arrivato nel giorno in cui è stato certificato il calo dell’inflazione scesa dal 3,2% di marzo al 2,3% di aprile. È il valore più basso degli ultimi tre anni, di poco superiore all’obiettivo del 2% fissato della Banca d’Inghilterra. Un traguardo che l’esecutivo, a corto di altri assi nella manica, può utilizzare come vessillo elettorale. La stabilità (economica) è, non a caso, la parola che, ieri, ha ripetuto sei volte in sei minuti di discorso. «È il fondamento di ogni futuro successo – ha sottolineato – che sia l’aumento dei salari e dei buoni posti di lavoro, gli investimenti nei nostri servizi pubblici o la difesa del Paese».
L’opposizione laburista ha accolto la chiamata alle urne quasi incredula. Il leader Keir Starmer ha ammesso: «È arrivato il momento che il partito stava da tempo aspettando». Sono 14 anni, del resto, che la sinistra è messa alla porta del N.10. Con il Labour al potere, ha promesso dando la vittoria quasi per scontata, «il Paese uscirà finalmente dal caos».
Il 30 maggio, dunque, si apre con lo scioglimento del Parlamento la campagna elettorale che accompagnerà i britannici all’appuntamento del 4 luglio. Buckingham Palace ha fatto sapere che la famiglia reale rimanderà gli impegni già in programma in queste sei settimane per «non distogliere l’attenzione» del pubblico dalla verifica che porterà, il 9 luglio, all’insediamento del nuovo Parlamento. Tante sono le incognite che incombono sull’esito del voto. Per esempio, l’esecutività del controverso piano Ruanda sull’immigrazione. Il Regno Unito, questo è certo, ha appena imboccato un bivio storico.