giovedì 22 luglio 2021
L'estremista di destra norvegese Breivik uccise 8 persone a Oslo e poi altre 69 persone in un attacco nell'isola. Ma è polemica per il mancato completamento dell'opera commemorativa delle vittime
Una parte delle vittime della strage di Utoya

Una parte delle vittime della strage di Utoya - Ansa

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Il 22 luglio 2011 l’estremista di destra norvegese Anders Behring Breivik uccise otto persone con una bomba a Oslo, prima di raggiungere l’isola di Utoya vestito da agente di polizia a uccidere a colpi d’arma da fuoco 69 persone che partecipavano a un raduno del Partito laburista giovanile, ferendone altre decine. La commemorazione in occasione del decennale avrebbe dovuto svolgersi dalle 15.25 di oggi, momento in cui il sole avrebbe illuminato la prima di 77 colonne di bronzo davanti all’isola, fuori dalla capitale.

Per tre ore e otto minuti, l’esatta durata dell’attacco, il sole avrebbe raggiunto ciascuna delle colonne progettate dagli architetti Manthey Kula, commemorando ogni persona uccisa. Invece, il memoriale resta incompiuto a causa di piani modificati, rinvii, interventi dei tribunali, scontro fra le famiglie dei ragazzi uccisi e i residenti ancora traumatizzati, che temono l’arrivo dei visitatori sulla loro tranquilla isola.

Il locale che ospitava caffè in cui furono uccise 13 delle 69 vittime, sull'isola norvegese di Utoya. Oggi è un luogo di memoria

Il locale che ospitava caffè in cui furono uccise 13 delle 69 vittime, sull'isola norvegese di Utoya. Oggi è un luogo di memoria - Ansa

«È davvero deludente che molti sopravvissuti e familiari non abbiano un luogo dove andare. Non hanno un monumento nazionale al dolore di quel giorno», ha detto Sindre Lysoe, che sopravvisse all’attacco e ora è alla guida della segreteria generale del Partito laburista giovanile. In alcuni luoghi esistono memoriali, come le mille rose in ferro fuori dalla cattedrale di Oslo, che richiamano il mare di fiori deposti dai norvegesi nei giorni successivi alla tragedia, opera inaugurata nel 2019. Sull’isola di Utoya, invece, un cilindro metallico sospeso tra gli alberi porta incisi i nomi delle vittime.

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