Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
Il presidente di Amnesty International in Turchia, Taner Kilic, è stato nuovamente messo agli arresti ieri notte, dopo che, poche ore prima, un tribunale di Istanbul ne aveva ordinato il rilascio. A riferirlo è stato la stessa Ong. Kilic era stato arrestato a giugno del 2017 e da allora era rimasto in carcere, perché accusato di far parte del movimento (ritenuto organizzazione terroristica dal presidente Erdogan) di Fethullah Gülen. Quest’ultimo è considerato dal governo di Ankara il cervello del fallito golpe dell'estate del 2016, cosa che lui nega fermamente. Ieri, durante un'udienza del suo processo, un tribunale di Istanbul aveva ordinato per Kilic il rilascio con libertà condizionale. Ma un nuovo mandato d'arresto è stato emesso subito dopo e Kilic è stato messo in stato di fermo in una stazione di polizia a Smirne, nell'ovest della Turchia, stesso località in cui era incarcerato.
Kilic è a processo insieme ad altri dieci militanti per i diritti umani, tutti messi in libertà condizionale, fra cui la direttrice di Amnesty in Turchia Idil Eser, Peter Steudtner di origini tedesche e l'attivista svedese Ali Gharavi. Il processo, la cui prossima udienza è in programma per il 21 giugno, ha rafforzato l'inquietudine sull'erosione delle libertà in Turchia dopo il fallito golpe del 2016, a seguito del quale sono state arrestate 55mila persone, fra cui dei giornalisti critici e diversi esponenti della società civile.
"Abbiamo preso un volo per Smirne e siamo andati fino al carcere nella speranza di assistere alla liberazione di Taner con la famiglia". Invece “verso mezzzanotte, Amnesty International ha visto Taner essere portato dalla prigione a una stazione di polizia in stato di fermo", ha dichairato su Twitter Gauri van Gulik, direttrice del programma Europa di Amnesty International. Gulik denuncia quelle che definisce "manovre legali strane miranti a mantenerlo dietro le sbarre".
Stamattina, infine, un tribunale di Istanbul ha rivisto la sua decisione di rimettere in libertà Kilic, decidendo che resti in carcere per tutta la durata del processo che lo vede imputato per terrorismo.