sabato 10 ottobre 2015
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La Prima Intifada (sollevazione, in arabo), detta «delle pietre», è esplosa il 9 dicembre 1987, quando al funerale di quattro palestinesi investiti da un camion israeliano la folla ha cominciato a scagliare pietre contro una postazione militare israeliana. Le violenze sono diminuite solo nel 1991 per esaurirsi completamente nell’agosto 1993 in seguito alla firma degli Accordi di Oslo tra Israele e Olp che sancivano la creazione dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). Il bilancio di questa prima rivolta è stato di 1.162 palestinesi, tra cui 241 bambini, e 160 israeliani.  La Seconda Intifada, detta di al-Aqsa, è scoppiata il 28 settembre 2000, quando l’allora capo dell’opposizione israeliana Ariel Sharon, protetto da circa mille soldati, ha fatto una “passeggiata” sulla Spianata della famosa moschea di Gerusalemme suscitando l’ira di tutti i musulmani. A differenza della prima rivolta, limitata alla Cisgiordania e a Gaza, la seconda Intifada ha conosciuto diversi attentati suicidi in Israele. Il bilancio di sei anni è stato di 5.500 morti palestinesi e 1.062 israeliani.
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