giovedì 14 novembre 2024
Il ringraziamento al Pontefice: «Può aiutarci a riportare i nostri cari a casa». Il Washington Post: tregua in Libano, un "regalo" a Trump per l'insediamento
Il Papa ha ricevuto la delegazione di ostaggi israeliani

Il Papa ha ricevuto la delegazione di ostaggi israeliani - Ansa

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Una ventina di ostaggi israeliani, prelevati da Hamas il 7 ottobre, sono stati ricevuti in Vaticano da papa Francesco. Un incontro «toccante» che ha mostrato «la vicinanza del Papa alle vittime di quella giornata orribile e il suo impegno per la loro liberazione» ha riferito l’Ambasciata di Israele presso la Santa Sede. L’incontro rappresenta la risposta di papa Bergoglio a una lettera che il piccolo Naveh Shoham (9 anni), rapito con la madre Sadi, un fratellino di 4 anni e altri parenti, aveva scritto al Papa per esprimere il dolore per la sua prigionia, per la perdita del nonno nel rapimento, mentre il padre Tal è ancora in ostaggio. «Siamo molto grati che il Papa ci abbia incontrato. Ci ha promesso di pregare per ognuno degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza» ha riferito Louis Har. «Credo che grazie a lui si possa aiutare a riportare gli ostaggi a casa», ha aggiunto. La delegazione in visita a Roma ha chiesto, con un appello, a Biden e Trump di lavorare insieme per la liberazione degli ostaggi ancora a Gaza. Elena Troufanov, pure lei detenuta a Gaza, ha raccontato di aver incontrato Sinwar «un paio di volte». E una di queste volte, «poco prima di essere rilasciati, ci ha chiesto come venivamo trattati».

Sul fronte politico interno a Israele, il capo dello staff di Netanyahu, Tzachi Braverman, è stato interrogato con l'accusa di aver alterato dei verbali di gabinetto all'inizio della guerra. Braverman avrebbe ricattato un ufficiale dell'esercito per alterare i verbali. La polizia ha chiesto di revocare il segreto sul caso. Lo stesso Netanyahu testimonierà il prossimo 2 dicembre al processo per corruzione, dopo che i giudici hanno respinto la richiesta di rinvio a causa degli impegni politici del premier.

Proseguono, nel frattempo, i raid sul Libano: l'esercito israeliano ha affermato di aver colpito oltre 30 siti di Hezbollah a Beirut Sud. Gli attacchi hanno preso di mira i centri di comando, i depositi di armi e altre infrastrutture del gruppo sciita. A Baalbeck, nella valle della Beqaa, nove persone sono state uccise da un attacco israeliano . Intanto, secondo il Washington Post, Israele sarebbe pronto a offrire una tregua in Libano in gennaio, in concomitanza con l’insediamento di Donald Trump. La notizia si è diffusa dopo che domenica il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer ha incontrato Trump a Mar-a-Lago in Florida. Entro 24 ore, secondo i media libanesi, il Libano potrebbe rispondere alla proposta di cessate il fuoco inviata a Beirut dagli Usa. È di almeno 20 morti il bilancio degli attacchi israeliani su Damasco: obiettivo due edifici della Jihad islamica.

Infine a Gaza, accusa Medici senza Frontiere, Israele ha bloccato l'evacuazione in Giordania, per motivi medici, di 8 bambini: tra loro un bambino di 2 anni con amputazioni alle gambe. I metodi di guerra utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza, ha affermato il Comitato speciale Onu incaricato di indagare sulle pratiche israeliane, «corrispondono alle caratteristiche di un genocidio».

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