lunedì 15 luglio 2024
Il giorno dopo l'attentato le indagini vanno avanti: «L'uomo ha agito da solo». Non è stato chiarito il movente, polemiche e dubbi anche sul sistema di sicurezza
Thomas Matthew Crooks

Thomas Matthew Crooks - Reuters

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Sull’attentato di sabato, negli Stati Uniti, a Donald Trump, ferito durante un comizio politico a Butler, in Pennsylvania, l'agenzia governativa Fbi sta ancora indagando per comprendere le motivazioni dell’attentatore ed eventuali errori che hanno condizionato il sistema di sicurezza dell’evento. Nello specifico i dettagli messi insieme finora del ventenne Thomas Matthew Crooks che avrebbe tentato di assassinare Donald Trump durante il comizio elettorale rivelano pochissimo sia su cosa lo abbia spinto a tentare di uccidere l'ex presidente sia su come sia riuscito ad arrivare così vicino all’uccisione di Trump.

Su Crooks, ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze dell'ordine, si sa che svolgeva un lavoro entry-level come assistente in una casa di cura, vicino alla sua città natale in Pennsylvania, dove si era diplomato al Bethel Park High School nel 2022. Il suo ex tutor del liceo lo ha descritto come una persona «rispettosa» sottolineando che non aveva mai saputo che Crooks fosse politicamente impegnato. Domenica l'FBI ha dichiarato che il suo profilo sui social media non conteneva linguaggio minaccioso e che non sono stati riscontrati precedenti problemi di salute mentale. E' stato confermato che abbia agito da solo ma non è stato ancora individuato un movente.

Secondo quanto è stato ricostruito sui fatti di sabato pomeriggio Crooks sarebbe riuscito a scivolare e sparare 8 colpi, prima di essere individuato e fermato dall'intervento degli agenti del Secret Service, da un tetto a 140 metri dal palco dove Trump stava parlando a Butler, in Pennsylvania. Ha esploso i colpi con un fucile semiautomatico stile AR-15, acquistato legalmente, probabilmente da suo padre. Gli spari hanno ucciso un uomo di 50 anni che ha fatto scudo a sua moglie e a suo figlio e hanno ferito gravemente altri due spettatori, oltre ad aver colpito all’orecchio Donald Trump. Tutto questo prima che Crooks fosse a sua volta colpito a morte.

L'FBI ha riferito di indagare sulla sparatoria come «un tentativo di omicidio e un potenziale terrorismo interno».

Residente a Bethel Park, a circa un'ora di distanza dal luogo della sparatoria, Crooks era un repubblicano registrato che avrebbe potuto esprimere il suo primo voto presidenziale nelle elezioni del 5 novembre in cui Trump sfiderà il presidente Joe Biden. I registri pubblici mostrano che suo padre è un repubblicano registrato e sua madre una democratica registrata, e che quando aveva 17 anni Crooks ha fatto una donazione di 15 dollari a una causa del Partito Democratico. Il sospettato era un socio di un poligono di tiro, chiamato Clairton Sportsmen's Club.

Nel vuoto di informazioni sull'attentato a Donald Trump hanno proliferato teorie infondate e bufale di ogni genere, tra cui anche l'assurdo coinvolgimento del cronista sportivo italiano Marco Violi, falsamente accusato di essere l'attentatore. Il giornalista italiano ha annunciato che denuncerà tutti, chi ha inventato la notizia e chi l'ha ripresa erroneamente.

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