La televisione sudcoreana mostra le esplosioni volute dal regime di Kim Jong-un - ANSA
Di certo non gli manca di certo il gusto per i gesti “coreografici”, al limite dell’autolesionismo. Nel 2008 il regime nordcoreano fece saltare in aria una torre di raffreddamento nel suo principale complesso nucleare. Dieci anni dopo, quando sulla scena già furoreggiava Kim Jong-un, toccò ai tunnel di un sito di test nucleari all'inizio della (fugace) stagione della “diplomazia nucleare” con gli Stati Uniti. Nel 2020 sempre Kim ha fatto polverizzare un edificio vuoto di un ufficio di collegamento costruito dalla Corea del Sud appena a nord del confine. Oggi la nuova “impresa”. La Corea del Nord ha fatto saltare in aria parti delle strade di Gyeongui e Donghae che la collegano al Sud. Un atto di ostilità, in nome della “nuova” dottrina di Pyongyang che vede nel Sud uno “Stato nemico” e al quale Seul ha risposto sparando “nelle sezioni meridionali del confine”.
Il quadro dei rapporti nella Penisola si fa di giorno in giorno più teso. E inquietante. Secondo i media statali nordcoreani, Kim Jong-un, dopo aver assicurato che il suo Paese diventerà una superpotenza nucleare, ha presieduto una riunione dei massimi ufficiali militari del Paese e ha delineato le linee per "un'azione militare immediata", dopo aver protestato contro i droni che nei giorni scorsi hanno lanciato volantini sulla capitale nordcoreana. A sua volta, Kim Yo-jong, l'influente sorella del leader nordcoreano, ha avvertito se i droni sudcoreani voleranno nuovamente sulla capitale del Nord seguirà "un terribile disastro”.
Ma non basta. Pochi giorni fa l'esercito nordcoreano aveva annunciato l'intenzione di tagliare "in modo permanente" le linee stradali e ferroviarie altamente simboliche che collegano i due paesi e di costruire "forti strutture difensive" lungo il confine. E ancora: lo scorso primo ottobre il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha provocato la furia del Nord quando, in occasione della Giornata delle forze armate sudcoreane, ha avvertito il leader nordcoreano che se il regime di Pyongyang usasse armi nucleari andrebbe incontro "alla sua fine".
Qual è il "gioco" sul quale sta scommettendo il regime nordcoreano? Difficile catturare le intenzioni reali di un regime che ha fatto della inafferrabilità la cifra del suo agire. Per gli analisti il furore di Kim nascerebbe dalla volontà di “estromettere” Seul dalle tavole dei negoziati e trattare direttamente con gli Usa. La scadenza ormai prossima del voto Usa spiegherebbe così l’attivismo della Corea del Nord. Dalla Cina è arrivato l'invito a prevenire una "ulteriore escalation". "Le tensioni nella Penisola vanno contro gli interessi comuni di tutte le parti, e la massima priorità è evitare un'ulteriore escalation", ha detto Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese.