mercoledì 15 gennaio 2025
La misura fa seguito al fallito tentativo di golpe del 3 dicembre scorso quando Yoon aveva provato a imporre la legge marziale. Deve rispondere di insurrezione e alto tradimento
L'avvio del processo contro l'ex presidente Yoon Suk-yeol

L'avvio del processo contro l'ex presidente Yoon Suk-yeol - ANSA

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Sempre più grave la la crisi istituzionale della Corea del Sud. ll presidente sudcoreano deposto Yoon Suk-yeol, che ha 64 anni, è stato arrestato. Lo ha riferito l'agenzia dell'anticorruzione (Cio) di Seul, facendo così dell'ex procuratore capo nazionale il primo capo dello Stato a finire in manette. Yoon ha affermato di aver accettato e deciso di sottoporsi agli interrogatori dell'anticorruzione sulla breve imposizione della legge marziale del 3 dicembre al fine di evitare «spargimenti di sangue». A dispetto delle «numerose illegalità contestate all'inchiesta, ho deciso di rispondere all'ufficio investigativo sulla corruzione», ha detto Yoon in un messaggio video preregistrato, ribadendo di non accettare «la legalità dell'inchiesta» e precisando che si stava adeguando «per impedire qualsiasi sfortunato spargimento di sangue».
Gli investigatori, dopo lunghi negoziati, sono riusciti al loro secondo tentativo ad arrestare Yoon presso la sua residenza: il mandato di cattura «è stato eseguito alle 10:33» (le 2:33 in Italia), ha riferito l'Ufficio d'indagine sulla corruzione per funzionari di alto rango (Cio), l'anticorruzione di Seul, escludendo qualsiasi ipotesi di comparizione volontaria. Le riprese in diretta tv trasmesse anche in streaming hanno mostrato un convoglio di veicoli, tra bus e auto della polizia, mentre lasciava il complesso della residenza presidenziale nel centro della capitale sudcoreana per dirigersi verso la sede del Cio di Gwacheon, a sud di Seul. L'anticorruzione, inoltre, non ha segnalato alcun confronto fisico a differenza di quanto accaduto nel primo tentativo di arresto del 3 gennaio, nel mezzo della mobilitazione di circa 3.000 agenti, parte di un'operazione che ha tenuto conto dei possibili scontri tra oppositori e sostenitori di Yoon. La polizia, tra l'altro, ha usato la forza per farsi largo tra la folla formatasi di fronte alla residenza presidenziale e per rimuovere le barricate che hanno trasformato la residenza in una sorta di bunker negli ultimi giorni, con tanto di filo spinato piazzato sui muri. Il precedente tentativo del Cio di arresto era fallito dopo uno scontro di sei ore con le guardie di sicurezza presidenziali, nel mezzo di tensioni e di timori per un Yoon è un esponente del Partito del Potere Popolare, di orientamento conservatore, ed era in carica del 2022. Il 3 dicembre aveva annunciato in modo inaspettato l’attuazione della legge marziale, una misura che assegna poteri straordinari all’esercito, proibisce qualsiasi attività politica, compresa quella del parlamento, permette al governo di prendere il controllo della stampa e vieta qualsiasi forma di sciopero.
Come detto l’arresto fa seguito alla decisione presa da Yoon (eletto nel 2022) il 3 dicembre scorso quando aveva annunciato l’imposizione della legge marziale motivandola con la volontà di fermare alcune operazioni ostili della Corea del Nord sotto l’influenza della Corea del Nord. In realtà è stato subito piuttosto evidente che fosse un tentativo di stoppare le opposizioni interne. Quella sera stessa sotto la pressione dell’intero parlamento la misura era stata comunque revocata. Per quel gesto è in corso presso la Coorte Costituzione un processo a carico di Yoon, accusato di insurezione e alto tradimento. Le prossime udienze del processo sono in programma il 16, il 21, il 23 gennaio e il 4 febbraio.


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