La biciclettata a Kaifeng - ANSA
Pedalano di notte, al freddo, instancabili. E felici. Falangi di ciclisti che si muovono sincroni, affiancati mentre occupano le corsie dell'autostrada, sventolando la bandiera cinese e cantando a squarciagola l'inno nazionale. L’ultima biciclettata si è svolta a Kaifeng, un'antica città nella provincia di Henan, nella Cina centrale, famosa per i suoi siti storici e i ravioli al vapore. Inaspettatamente vi hanno partecipato migliaia di giovani, in grande parte studenti che hanno cavalcato le loro biciclette per 50 chilometri, spinti – ha scritto la Cnn -, “dall'adrenalina della gioventù e dall'emozione di intraprendere un'avventura spontanea con gli amici”. All’iniziativa, partita dalla capitale provinciale Zhengzhou ed esplosa grazie alla mobilitazione dei social, hanno partecipato anche 600 studenti arrivati in treno da Pechino.
Il fenomeno non è sfuggito all’occhialuta autorità cinese. Che se non è intervenuta per vietare la “pedalata di massa”, ha prontamente emesso il divieto di circolazione delle biciclette nel centro di Zhengzhou, riservando le strade principali solo al traffico motorizzato, come ha riferito Jimu News. Secondo la Cnn, “i funzionari si stanno affrettando a frenare il fenomeno, schierando la polizia e chiudendo le piste ciclabili dopo che la sua popolarità sembra essere sfuggita di mano”. Tre piattaforme di bike sharing a Zhengzhou hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, avvertendo che le loro biciclette saranno bloccate automaticamente se guidate fuori dalla città.
“È stato come tornare ai tempi del college", ha raccontato alla Bbc la 27enne Li, dopo aver partecipato alla pedalata a Kaifeng, insieme agli studenti. "Si potevano vedere spesso ambulanze e volanti della polizia stradale su entrambi i lati della strada, e c'erano anche dei droni che volavano sopra per monitorare il traffico", ha spiegato.
Il fenomeno, nonostante la repressione, sta dilagando, con le biciclettate che spuntano ovunque. Nella città orientale di Nanchino, decine di migliaia di studenti universitari hanno pedalato fino al lago Chaohu a 140 chilometri di distanza o a Ma'anshan, a 59 chilometri di distanza, mentre i ciclisti della capitale provinciale del Sichuan, Chengdu, hanno percorso 28 chilometri di notte fino a Xianyang.
In Cina impazzano le "pedalate di massa" - ANSA
“Sono sbalordita”, ha detto a Radio Free Asia l'insegnante Li Na, dell'Henan Institute of Science and Technology di Zhengzhou. "Non attribuiamo a questo fenomeno una coloritura politica, ma esso dimostra che i giovani cinesi sono molto desiderosi di prendere parte alla vita pubblica". "Sono molto organizzati – ha continuato -. Non so come comunichino tra loro, considerati i rigidi controlli esistenti, eppure l’appello a partecipare è diventato così grande che vi hanno risposto studenti da tutto il Paese".
"All'inizio – ha raccontato sotto condizione di anonimato un cittadino - si trattava di un modo per divertirsi, poi la cosa si è ingigantita. Gli studenti universitari sono stati isolati e tagliati fuori dalla società per così tanto tempo, e raramente hanno avuto l'opportunità di prendere parte a eventi pubblici".
Perché è scattata la repressione di una “moda” che sembra non avere un valore immediatamente politico? Per Pan Wang, professore associato di studi cinesi e asiatici, quella avvenuta in strada è “un’esperienza collettiva ma non politica. Ma essa potrebbe potenzialmente portare a qualcosa di preoccupante” per le autorità cinesi, ossessionate dalla stabilità e allarmate da ogni forma di spontaneismo. D’altronde qui nessuno ha dimenticato come, che nella fatidica primavera del 1989, gli studenti universitari di Pechino arrivarono a Piazza Tienanmen. In bicicletta.