La polizia impedisce una manifestazione degli uighuri nella capitale dello Xinjang Urumqi
Le autorità cinesi hanno utilizzato il Dna per “tracciare” i propri cittadini, grazie a una tecnica sviluppata da una società statunitense del Massachusetts e da un illustre ricercatore dell'università di Yale. Lo riporta il New York Times, che parla di "un enorme sistema di sorveglianza e di controllo" messo in piedi da Pechino.
Secondo l'inchiesta condotta dal quotidiano la raccolta di materiale genetico è soprattutto un pilastro della campagna portata avanti dalla Cina contro la minoranza musulmana turcofona degli uighuri, come da tempo denunciano diversi gruppi e attivisti per la difesa dei diritti umani. La società americana tirata in ballo dal Nyt, la Thermo Fisher, afferma di non aver più venduto a Pechino le sue attrezzature e i suoi congegni dopo aver scoperto l'usi che ne veniva fatto nella regione dello Xinjiang, dove vive la popolazione uighura.