Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha citato la Costituzione, in conferenza stampa, in riferimento alla questione Taiwan che Pechino rivendica come proprio territorio - Ansa
Se gli Stati Uniti non "frenano e continuano sulla strada sbagliata, ci saranno sicuramente conflitti e scontri. Chi ne sopporterà le catastrofiche conseguenze?" È il monito del neoministro degli Esteri cinese Qin Gang, per il quale "contenimento e repressione non renderanno grande l'America e non fermeranno il rinnovamento della Cina".
Nel suo primo briefing con la stampa, a margine dei lavori parlamentari annuali, Qin è ritornato sul pallone aerostatico transitato di recente sul territorio americano (come "incidente inaspettato") e abbattuto. Gli Usa "hanno agito con una presunzione di colpa, reagito in modo eccessivo, abusato della forza e drammatizzato l'incidente", ha aggiunto.
Fino a meno di tre mesi fa ambasciatore cinese a Washington, il neoministro ha avvertito che le relazioni con gli Stati Uniti hanno lasciato un "percorso razionale". "Se gli Stati Uniti non frenano, ma continuano ad accelerare lungo la strada sbagliata, nessun guardrail potrà impedire il deragliamento e ci saranno sicuramente conflitti e scontri", ha detto, accusando gli Usa di volere la concorrenza, "ma in realtà la cosiddetta competizione della parte statunitense è il contenimento e la repressione a tutto campo, un gioco a somma zero in cui tu muori e io vivo".
Il ministro ha affermato che la Cina continuerà a seguire i principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti per perseguire relazioni solide e stabili con gli Stati Uniti: "Speriamo che il governo americano ascolti gli appelli dei due popoli, si sbarazzi della sua ansia strategica, abbandoni la mentalità della Guerra Fredda a somma zero e rifiuti di essere dirottato dall'approccio della correttezza politica".
«Mai fornito armi alla Russia, inaccettabile minacciarci sanzioni»
Riguardo alla guerra in Ucraina, il ministro Qin ha detto che Pechino "non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto. La Cina non è l'artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile". Il ministro ha accennato a "una mano invisibile" che sembra sostenere una crisi prolungata. "È una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace e non la guerra, il dialogo e non le sanzioni, la de-escalation e non l'escalation".
Il rapporto tra Cina e Russia, ha proseguito il ministro, si basa sui principi "di non alleanza, non confronto e non presa di mira di terze parti". Qin ha osservato che se i due Paesi "lavorano insieme, il mondo avrà una forza trainante verso il multipolarismo e una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali", mentre "l'equilibrio strategico globale e la stabilità saranno meglio garantiti". Una relazione che, proprio perché "non minaccia alcun Paese, non è soggetta ad alcuna interferenza o discordia seminata da terzi".
«Taiwan è il primo interesse cinese, gli Usa non si intromettano»
E non poteva mancare la questione Taiwan che, ha detto il ministro, "è il fulcro degli interessi centrali della Cina, il fondamento politico nelle relazioni Cina-Usa e la prima linea rossa che non deve essere superata". "Continueremo a lavorare per la riunificazione pacifica - ha detto Qin -, ma ci riserviamo il diritto di prendere tutte le misure necessarie. Nessuno dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità del governo e del popolo cinesi di salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale".