Le foto degli ostaggi nelle manifestazioni in Israele - Reuters
La prima fase dello scambio durerà 42 giorni. In totale verranno rilasciati 33 rapiti, la maggior parte vivi: bambini, donne, soldati, ultracinquantenni, uomini malati e feriti. Secondo indiscrezioni, tra i primi ad essere liberati dovrebbero esserci i due fratellini Kfir e Ariel Bibas (1 e 4 anni), catturati dai terroristi di Hamas il 7 ottobre nel loro kibbutz - Nir Oz - e portati a Gaza con la mamma Shiri (32 anni) e il papà Yarden (34). «Siamo a conoscenza di notizie in base alle quali la nostra famiglia è inclusa nella prima fase dell’accordo - hanno dichiarato ieri i parenti della famiglia Bibas attraverso il Forum delle famiglie degli ostaggi - e che Shiri e i bambini dovrebbero essere tra i primi a essere rilasciati. Data la nostra esperienza di delusioni, non consideriamo nulla di definitivo finché i nostri cari non attraversano il confine».
Di Kfir e Ariel non si hanno notizie da più di un anno: secondo Hamas, sono morti in un bombardamento israeliano con la madre Shiri, ma le Forze di difesa israeliane hanno precisato di non aver mai ricevuto informazioni di intelligence con la conferma che i due bambini e la mamma non sono più in vita. Nonno Eli Bibas non si arrende, e continua a sperare: «Com’è possibile che mio nipote, rapito a nove mesi, passi il suo secondo compleanno all’inferno?», ha detto l’altra sera nella “Piazza dei rapiti” a Tel Aviv. «Sabato prossimo il nostro Kfir compie due anni, in prigionia. Non ha ancora festeggiato un compleanno a casa, ha aggiunto». E ha concluso rivolgendosi a Netanyahu: «L’ultimo anno simboleggia per noi come nazione un anno di rottura, distruzione. Un incubo che è diventato la realtà delle nostre vite». La prima fase dovrebbe prevedere anche la liberazione di cinque soldate e di due ostaggi, l’israeliano di origine etiope Avera Mengistu e il beduino israeliano Hisham al-Sayad, detenuti rispettivamente dal 2014 e dal 2015. Durante la prima parte della tregua rimarranno ancora in ostaggio a Gaza 22 israeliani considerati vivi, 36 morti e i rapiti tailandesi e nepalesi.