martedì 16 gennaio 2024
La prima vittoria di Trump, la debolezza di Biden, le tappe dei prossimi 10 mesi: ecco come orientarsi sull'evento politico dell'anno
Cartelli elettorali in Iowa

Cartelli elettorali in Iowa - Reuters

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Col voto in Iowa ha preso il via la corsa delle primarie del partito repubblicano. In un clima polare, con 30 gradi sotto zero, l’ex presidente Trump ha messo in campo il forte vantaggio di cui gode rispetto ai due avversari. Biden invece si prepara alla sfida con la cifra record di 117 milioni nelle casse. Ecco i volti e le date chiave delle elezioni Usa.

Democratici, Biden in bilico

La campagna di Joe Biden e Kamala Harris (che ieri, giorno di Martin Luther King, ha denunciato il «pericolo per la libertà» insito nelle prossime presidenziali) osserva con attenzione quello che avviene in Iowa per prevedere contro chi dovrà battersi il capo della Casa Bianca a novembre. Proprio ieri Biden ha annunciato di avere nelle sue casse elettorali 117 milioni di dollari, un record per un candidato democratico a questo punto della gara. La cifra, che supera quella raccolta da Barack Obama durante lo stesso periodo della sua campagna per la rielezione, è stata raggiunta grazie ai 97 milioni raccolti nell’ultimo trimestre del 2023, che indicano un’accelerazione dell’interesse da parte dei donatori liberal. «Questo storico risultato dimostra che la coalizione che sostiene il team Biden-Harris è pronta per novembre», ha dichiarato Julie Chavez Rodriguez, manager della campagna democratica. Gli ultimi sondaggi in realtà mostrano che restare alla Casa Bianca non sarà facile per l’anziano presidente. Le rilevazioni danno per vincenti tutti e tre i principali candidati su Biden. Secondo Cbs News/YouGov, infatti, se si votasse oggi il commander in chief sarebbe sconfitto, indipendentemente da chi vincerà le primarie repubblicane.

Il presidente Usa Joe Biden

Il presidente Usa Joe Biden - Reuters

Trump, Haley e DeSantis: ecco chi sono i candidati repubblicani

Per il primo degli sfidanti, Donald Trump, non c'è bisogno di grandi presentazioni. Ha 77 anni, è stato presidente Usa dal 20 gennaio 2017 al 20 gennaio 2021 ed è il superfavorito nella corsa repubblicana. Nonostante, o forse proprio grazie, alle sue tante vicende giudiziarie, è pronto a trasformare i tribunali in palchi per comizi e considera già vinte le primarie del Gop. Nikki Haley, ex governatrice della South Carolina ed ex ambasciatrice nominata da Trump all’Onu, ha 51 anni: figlia di un docente immigrato dall’India con la moglie, laureata in legge, ha fatto della necessità di una nuova, più giovane leadership, il fulcro della sua campagna. Infine Ron DeSantis, governatore della Florida dal 2019, rieletto nel 2022 con percentuali di voto da record: il 45enne repubblicano, di origine italiana, ha centrato la sua campagna sulla promessa di replicare a livello nazionale la battaglia contro liberal, gay e in generale tutto quello che la destra bolla come “woke”.

Nikki Haley

Nikki Haley - Ansa

Dal 23 gennaio al 5 novembre: 10 mesi di passione

La prossima data da segnare sul calendario è il 23 gennaio. Il New Hampshire sarà la seconda tappa delle primarie repubblicane dopo l’Iowa. Il voto nello Stato ha sempre preannunciato con coerenza il candidato Gop. Poi 5 marzo: sarà il “Super Tuesday”: si andrà al voto in 16 Stati. Infine il 5 novembre, la data dell'Election Day: l’America andrà al voto. Il 20 gennaio 2025 sarà invece l’“Inauguration Day”: si insedierà il nuovo presidente.

Tutti i guai dei due presidenti

Alla Corte distrettuale di Columbia si dibatte il processo penale sul ruolo avuto da Trump nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e nella tentata sovversione dell’esito del voto che, a novembre 2020, ha portato Joe Biden alla Casa Bianca. Quattro sono i capi d’imputazione a suo carico. Due riguardano l’interruzione del voto al Congresso che avrebbe certificato la sua sconfitta a favore del presidente Joe Biden. ll tribunale statale di Fulton Country dibatte poi l’interferenza con cui Trump ha cercato di influenzare l’esito delle elezioni 2020 in Georgia. L’ex presidente e 18 dei suoi più stretti alleati avrebbero cercato falsi elettori repubblicani ed esortato il segretario di Stato locale, Brad Raffensperger, a “trovare” gli 11.780 voti necessari a vincere su Biden. L’accusa, formalizzata lo scorso 14 agosto in un documento di 98 pagine, gli contesta crimini per corruzione, falso e associazione a delinquere. Quanto ai pubblici ministeri federali, accusano Trump di aver portato via con sé, quando a gennaio 2021 lasciò la Casa Bianca, documenti sulla sicurezza nazionale che sono stati poi nascosti nel suo resort a Mar-a-Lago, in Florida. La prima udienza del processo è fissata per il 20 maggio 2024 a Fort Pierce. I 32 capi d’accusa contemplano reati di spionaggio, falso e ostruzionismo. Trump è accusato di aver falsificato documenti aziendali per insabbiare un compenso da 130mila dollari erogato nel 2016 a favore della porno star Stormy Daniels. L’obiettivo era comprarne il silenzio per evitare che la corsa verso la Casa Bianca dell’allora magnate del settore immobiliare inciampasse in uno scandalo a sfondo sessuale. La prima udienza del processo è attesa a Manhattan il 25 marzo 2024.

Ma guai giudiziari toccano anche a Joe Biden. La Camera ha autorizzato il 14 dicembre un’indagine di impeachment a suo carico per verificare se durante l’amministrazione Obama, di cui era vice-presidente, abbia indebitamente beneficiato degli affari all’estero del figlio Hunter. A incastrare l’attuale inquilino della Casa bianca non ci sono ancora prove schiaccianti.


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