Più di 200mila morti e 117 milioni di sfollati. Sono i numeri legati ai conflitti armati e ai disastri naturali del 2024. Il bilancio è dell’associazione umanitaria Cesvi che ha contato nell’anno in corso 56 conflitti armati, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale, e oltre 100 disastri naturali legati al clima, uno ogni tre giorni.
La Ong segnala che il 2024 è stato segnato anche da una strage di operatori umanitari: 283 vittime in tutto, il doppio rispetto a cinque anni fa e il quadruplo rispetto a venti anni fa. Nel dettaglio, 178 sono morti portando aiuti a Gaza, 25 in Sudan e 11 in Ucraina. “In molte situazioni – ha commentato il direttore generale Stefano Piziali - l’accesso stesso agli aiuti è ora gravemente compromesso. I corridoi umanitari spesso rimangono bloccati e i convogli non riescono a raggiungere le popolazioni in difficoltà. Gli operatori locali inoltre vivono in una condizione di doppia vulnerabilità, essendo essi stessi sfollati, ma anche responsabili degli interventi di aiuto”.
La geografia delle guerre secondo Cesvi è un planisfero in cui le aree colpite da conflitti, sono 6,15 milioni di chilometri quadrati, il 65% in più rispetto al 2021, una superficie pari al doppio delle dimensioni dell’India.
L'anno che sta per concludersi, ha sintetizzato Piziali, è caratterizzato da un drammatico paradosso: "A fronte di 300 milioni di persone al limite della sopravvivenza, è sempre più difficile e pericoloso per gli operatori umanitari portare aiuti".