giovedì 14 novembre 2024
A Brasilia fallito attentato suicida davanti alla Corte suprema: responsabile uno squilibrato, che nel 2020 si era candidato a livello locale per il partito di Bolsonaro
La polizia davanti alla sede della Corte suprema a Brasilia

La polizia davanti alla sede della Corte suprema a Brasilia - Reuters

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È allerta massima a Brasilia, dopo il fallito attentato alla Corte Suprema. Un uomo, apparentemente uno squilibrato che pure si era candidato in passato per il partito dell'ex presidente Bolsonaro, è rimasto ucciso mentre faceva esplodere due ordigni nella piazza dei Tre poteri, dove si trovano la Corte suprema, il Parlamento e Palazzo Planalto, sede della presidenza. L'accaduto accresce la preoccupazione in vista del vertice dei leader del G20 che si apre lunedì a Rio de Janeiro e dove sono attesi, tra gli altri, il presidente americano Joe Biden, quello cinese Xi Jinping e Giorgia Meloni.

A breve distanza dai due scoppi davanti al tribunale, è deflagrata un'auto carica di quelli che a una prima analisi sembrano artefatti esplosivi artigianali, parcheggiata tra il tribunale e il Congresso. Una terza bomba non è stata azionata.

Nei primi momenti di concitazione la mente è corsa agli attacchi alla piazza dell'8 gennaio 2023, quando attivisti di destra vandalizzarono i palazzi della democrazia.

Testimoni: l'uomo ha lanciato le bombe, era a piedi

La vice governatrice di Brasilia, Celina Leao, ha detto che l'ipotesi privilegiata è quella di un fallito «attacco suicida». «L'uomo si è avvicinato alla Corte suprema federale, ha cercato di entrare, non ci è riuscito e l'esplosione è avvenuta all'ingresso». Il corpo è stato trovato con «i dispositivi di innesco ancora addosso».

Una testimone sentita dal sito di notizie Metrópoles ha raccontato di avere visto passare l'uomo a piedi che avrebbe lanciato i due ordigni a distanza di pochi secondi. Nella seconda esplosione l'uomo è morto davanti agli occhi di Lauana Costa, una dipendente della Corte dei Conti.

La Piazza dei Tre poteri e la Spianata dei ministeri sono state isolate dalle forze di sicurezza, per il timore che possano esserci altri ordigni. I giudici della Corte suprema, che si trovavano riuniti, sono stati evacuati per sicurezza, ed è stata sospesa la seduta in Parlamento. Sul posto sono intervenute numerose auto della polizia e mezzi dei vigili del fuoco, che stanno procedendo ad un'attenta bonifica dell'area.

Massima allerta, attivato l'esercito

Le autostrade N2 e S2, adiacenti alla Spianata sono state chiuse, mentre il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che aveva lasciato il Planalto prima delle esplosioni, segue gli sviluppi dalla residenza dell'Alvorada.

Le autorità brasiliane hanno attivato l'Operazione scudo per la salvaguardia del palazzo della presidenza. Si tratta di un rinforzo della sicurezza nell'area esterna dell'edificio, che prevede anche l'attivazione dell'esercito.

Chi è l'attentatore: «Aveva problemi personali»

Il proprietario dell'auto esplosa è un fabbro di 59 anni, Francisco Wanderley Luiz, che da mesi aveva lasciato la città di Rio do Sul, nello stato di Santa Catarina (nel sud del Brasile), dopo liti familiari, perdendo ogni contatto con i suoi parenti. Il figlio adottivo, Guilherme Antônio, intervistato dal sito di notizie Metrópoles, ha affermato che l'uomo «aveva dei problemi personali» con la partner «ed era molto scosso dalla situazione. E per questo se n'era andato con l'intenzione di andare in Cile».

L'attentatore si era candidato nel 2020 al consiglio locale per il Partito liberale dell'ex presidente Bolsonaro.

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