Un'anziana arriva a Kiev dopo aver lasciato la sua casa alla periferia della capitale - Ronaldo Schemidt / Afp / Ansa
Settanta tonnellate. È così che a Kharkiv misurano la morte. Non più nel numero di vite perdute. «La risposta è molto cruda: perché i cadaveri non sono interi ma pezzi di carne umana», spiega Vitali Klitschko, sindaco di Kiev.
Per non dire di Mariupol «dove vivevano un milione di persone e che non esiste più – ha aggiunto l’ex pugile in collegamento con il Comune di Firenze –. Il suo sindaco mi ha detto che oltre l’80% degli edifici della città è stato distrutto. A Kharkiv 1.100 edifici sono stati demoliti dalle bombe, Chernihiv è rasa al suolo per metà. Di Irpin, Hostomel e Borodjanka non resta invece nulla».
La conferma arriva dal diario di guerra dei soccorritori. Neanche la Croce rossa internazionale riesce a entrare a Mariupol. Dietro alle rovine ci sono combattenti, in cima agli edifici i cecchini. Piovono missili e granate a qualunque ora del giorno. Almeno 100mila persone sono intrappolate. Non arriva cibo, non c’è acqua potabile, la temperatura si abbassa sotto lo zero di notte ma non c’è gas da riscaldamento e neanche elettricità. E accendere un fuoco, di notte, vuol dire diventare un bersaglio.
Secondo la procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, «quello che sta accadendo a Mariupol non è più un crimine di guerra. La guerra ha delle regole, ma qui non ci sono regole. Penso che si possa parlare di genocidio quando l’intera città è tenuta in ostaggio, dove non c’è possibilità di andarsene. Dove vengono prese a fucilate colonne di sfollati che cercano di partire. Dove viene distrutto un ospedale per la maternità», ha detto Venediktova.
Dalla città martire che Putin ha ordinato di prendere ad ogni costo per completare la cerniera costiera dal Donbass alla Crimea, arrivano solo i racconti del sottosuolo. I vivi parlano solo dei morti. Gli uni e gli altri nascosti in qualche cavità aspettando il miracolo della pace o un convoglio che li porti via.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il numero di episodi verificati di attacchi a strutture sanitarie è salito a 72, quasi il 90% degli attacchi a strutture sanitarie registrate nello stesso periodo in tutto il mondo. «La distruzione di infrastrutture sanitarie critiche e l’interruzione delle catene di approvvigionamento medico rappresentano una minaccia significativa per la salute e il benessere di milioni di persone», denunciano le Nazioni Unite in un nuovo rapporto. «Anche dove le strutture sanitarie sono funzionanti, il pericolo di spostarsi in aree con combattimenti in corso – si legge – spesso spinge le persone a correre il rischio di rinunciare alle cure mediche, portando a maggiori sofferenze e a morti evitabili». Secondo l’Oms sono quasi 1.000 i centri sanitari vicini alle zone di combattimento o che registrano una presenza significativa delle forze della Federazione Russa, che limitano intenzionalmente l’accesso a farmaci salvavita e ai servizi sanitari.
E da Mariupol arrivano nuove indiscrezioni sulla presenza in Ucraina del leader ceceno Ramzan Kadyrov, dopo quelle delle scorse settimane, poi smentite, che lo davano nei pressi di Kiev. Secondo Nexta, media bielorusso vicino all’opposizione, Kadyrov sarebbe arrivato a Mariupol e avrebbe incontrato il comandante dell’VIII armata, il generale russo Mordvichev. Nexta, che diffonde anche un video dell’incontro su Telegram, riferisce che la notizia è riportata dai media russi, secondo i quali Putin avrebbe firmato un decreto che conferisce il grado di tenente generale della guardia russa a Kadyrov.
Da Bucha, snodo decisivo sulla strada per Kiev da cui i russi stanno lentamente ripiegando, il sindaco Anatolii Fedoruk descrive la situazione e racconta le storie delle vittime. Come Ruslan Nechyporenko, padre di tre figli, che il 17 marzo è stato ucciso «con un colpo a bruciapelo davanti a suo figlio di 14 anni, con cui stava andando a prendere aiuti umanitari», racconta il sindaco. Gli occupanti «stuprano ragazze, feriscono e uccidono i bambini, non hanno pietà neanche per gli anziani. Saccheggiano e distruggono. Ai medici non permettono di portare fuori i feriti e prestare soccorso a chi ne ha bisogno». Fedoruk assicura di avere le prove ed è pronto a consegnarle anche agli investigatori dei tribunali internazionali: «È difficile credere che una cosa del genere possa accadere nel XXI secolo».