domenica 29 settembre 2024
Per i sondaggi si profila un testa a testa. Il cancelliere uscente Nehammer «spinto» dalle alluvioni dei giorni scorsi: si è fatto riprendere con stivaloni di gomma e maniche rimboccate
Il cancelliere Karl Nehammer (a sinistra) al termine di un dibattito con il leader del Fpö Herbert Kickl

Il cancelliere Karl Nehammer (a sinistra) al termine di un dibattito con il leader del Fpö Herbert Kickl - Ansa

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«Costruiremo mattone su mattone la Festung Osterreich (la Fortezza Austria), una fortezza della libertà», «ci vuole la remigrazione per tutti quelli che non rispettano le nostre regole!». Herbert Kickl, 55 anni, leader del partito liberalnazionale (Fpö), l’estrema destra austriaca, vicinissimo al premier ungherese Viktor Orbán, cordiale con Vladimir Putin e contrario a inviare soldi e armi a Kiev, parla davanti a una folla di sostenitori proprio di fronte alla cattedrale di Santo Stefano, nel cuore di Vienna. «Remigrazione! Remigrazione! Herbert Herbert!», scandisce la folla. «Non dico niente di estrema destra, dico solo cose normali!» insiste tra il giubilo dei suoi sostenitori. Kickl si sente già la vittoria in tasca: dopo la débâcle del 2019 a seguito di uno scandalo di presunta corruzione (“Ibiza”) che travolse l’allora leader Heinz-Christian Strache, la sua Fpö è tornata a veleggiare nei sondaggi in vista dell’elezioni nazionali di oggi. Con la prospettiva che, per la prima volta in assoluto, la Fpö conquisti il primo posto. Dopo Ungheria, Slovacchia, Olanda, l’AfD nei länder orientali in Germania, sarebbe un nuovo tassello dell’inquietante avanzata dell’estrema destra in Europa.

Gli ultimi sondaggi vedono la Fpö saldamente in testa intorno al 26-27%, tallonata da vicino dal 25% dei Popolari (Övp) del cancelliere Karl Nehammer, mentre i Socialdemocratici (Spö) sono più distaccati al 20-21%. I Verdi, al momento al governo con Nehammer (ma ormai in aperta rottura), viaggiano all’8-9%, i liberali di Neos al 9-11%. Visto il margine di errore dell’1,5-2% si profila tra liberalnazionali e popolari un testa a testa. A favore del cancelliere giocano le alluvioni che nei giorni scorsi hanno colpito la Bassa Austria: Nehammer, si è fatto riprendere con stivaloni di gomma e maniche rimboccate e ha approvato rapidi aiuti.

Kickl, dal 2017 al 2019 ministro dell’Interno nel governo con l’allora cancelliere popolare Sebastian Kurz, ha saputo farsi notare durante la pandemia opponendosi alle restrizioni atteggiandosi a paladino della “libertà”, accusando Nehammer di “totalitarismo” e promettendo un’inchiesta quando lui sarà Volkskanzler (“cancelliere del popolo”, espressione usata anche da Hitler. Un caso?). Colpì quando rivelò di aver preso l’antiparassitario per cavalli Invermectin, raccomandandolo al posto dei vaccini contro il Covid. Archiviata la pandemia, a dominare è ancora una volta la migrazione (anche se pesano anche altre questioni, come il carovita e l’impennata degli affitti). L’Austria ha una quota del 27% di migranti, a Vienna siamo al 34,3%. La cronaca degli ultimi tempi aiuta l’estrema destra, ad esempio con l’annullamento, a inizio agosto, di un concerto di Taylor Swift a Vienna dopo che i servizi avevano scoperto il piano di un islamista diciannovenne, di origine macedone, per attaccare i fan. I giornali enfatizzano presunte “guerre tra bande” (ceceni, siriani, afghani) in alcuni quartieri ghetto della capitale. E poi ci sono le difficoltà di tante scuole a Vienna a gestire il massiccio arrivo di bambini per lo più siriani, circa 350 al mese, per via dei ricongiungimenti familiari (l’Austria accoglie al momento 95.000 siriani). In alcuni istituti ci sono classi costituite al 95% da alunni stranieri che per lo più non parlano tedesco.

Kickl parla di «situazione d’emergenza» di fronte a «migrazioni di interi popoli» e invoca la «remigrazione», parola cara all’estrema destra tedesca dell’AfD: l’espulsione forzata non solo di migrati irregolari, ma anche di persone di origine straniera, anche con cittadinanza austriaca se violenti o rei solo di «mancata integrazione». Kickl rifiuta il Patto sulla migrazione Ue e vuole uno stop secco alla concessione di asilo oltre a un drastico aumento delle espulsioni, rigorosi controlli alle frontiere austriache. E vuole che i sussidi sociali siano versati solo ai cittadini austriaci. Pressato dalla Fpö, si sposta sempre più a destra la Övp del cancelliere, con solo toni appena più sfumati: maniere forti contro i migranti irregolari, centri per richiedenti asilo fuori dall’Ue, espulsione immediata di migranti violenti, controlli alle frontiere.

Il possibile arrivo di Kickl alla guida dell’Austria preoccupa Bruxelles e varie capitali, molti osservatori però ritengono improbabile che sarà cancelliere. Il presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen ha detto pubblicamente che non gli darà l’incarico anche se la Fpö sarà primo partito, per le sue posizioni anti-Ue e antiliberali. E il cancelliere Nehammer, pur non escludendo una nuova coalizione con la Fpö, rifiuta di farlo con Kickl. «È una scelta tra me e lui» scandisce. I più scommettono di una coalizione tra popolari e Fpö senza Kickl, consolato magari con un’importante carica parlamentare. Le uniche alternative sarebbero il ritorno di una grande coalizione tra Popolari e Socialdemocratici o, se i numeri non bastano, a tre con i Liberali di Neos. Una coalizione a tre sarebbe una prima assoluta in questo Paese.

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