Le vaccinazioni eseguite in Africa sono troppo poche - Reuters
Due africani su tre sono stati colpiti dal covid dall'inizio della pandemia. Secondo uno studio dell'Organizzazione mondiale della sanità l'elevato numero di positivi è legato alla sottostima dei contagi nel continente africano. Fino a settembre 2021 le persone esposte al covid in Africa sono state in realtà 800 milioni, una cifra molto più alta rispetto agli 8,2 milioni di casi segnati sino a quel momento. La sottovalutazione dei positivi è avvenuta perché l'Africa ha la percentuale più alta di asintomatici del mondo.
Circa il 67% di persone positive al covid in Africa non ha infatti sviluppato i sintomi del coronavirus. Questo perché, dice l'Oms, il continente ha una popolazione giovane e i suoi abitanti hanno meno fattori di rischio come diabete e ipertensione. Pochi positivi hanno dovuto far ricorso all'ospedalizzazione, e questo spiega l'arcano della sottovalutazione del virus. Che invece è circolato nel continente africano in modo massiccio.
Il fenomeno della sottovalutazione dei casi di coronavirus è presente ovunque. L'Oms afferma che in media al livello globale le infezioni vere sono 16 volte più alte rispetto a quelle ufficiali. Ma in Africa si è andati oltre con i casi reali di covid che sono 97 volte di più in confronto a quelli certificati dal tampone. La sottostima dei contagi poi non è detto che sia una buona notizia per l'Africa. Anzi.
Il continente ha un tasso molto basso di vaccinati: solo il 16% della popolazione. "Questo -spiega il direttore regionale dell'agenzia per l'Africa Matshidiso Moeti- determina il rischio che aumenti il numero di varianti più letali che sopraffanno l'immunità acquisita, oltre al fatto che il vaccino garantisce una protezione maggiore rispetto alla semplice immunità acquisita a seguito dell'infezione".
Per l'Oms sono dunque cruciali due azioni in Africa: tamponare e vaccinare più persone possibili. Al più presto.