giovedì 11 luglio 2024
Il nostro viaggio nei centri giovanili delle parrocchie della diocesi di Milano fa tappa a Eupilio, tra laghi e monti, con le voci di quattro ragazzi animatori: Riccardo, Rachele, Maria e Alessandro
Un'attivita del Cre Grest a Eupilio

Un'attivita del Cre Grest a Eupilio - Oratorio di Eupilio

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Sono un fiume di aneddoti e risate i protagonisti della quinta tappa di Avvenire in oratorio, il progetto che vuole dare voce agli animatori e alle animatrici del Cre Grest. Si chiamano Riccardo, 18 anni, Rachele, 14 anni, Maria e Alessandro, 16 anni. Il loro oratorio è a Eupilio, un paese di 2.500 abitanti sopra il lago di Pusiano, incastonato tra le montagne e il verde dei boschi, provincia di Como ma diocesi di Milano. Per la nostra chiacchierata i quattro si siedono nel bar del loro oratorio, a pochi passi da un ampio spazio esterno e da una palestra multifunzionale.

In oratorio si divertono, e la cosa più bella è la relazione con i bambini e con i propri coetanei. Tutto, chiaramente, è impegnativo: «Ci vuole tanta pazienza, dobbiamo stare attenti a quello che diciamo e alle parole che usiamo perché i bambini poi le ripetono... Facciamo attenzione anche a non avere preferenze e a tenere conto dei sentimenti di tutti. Dare il buon esempio è difficile, però è anche molto importante. Una bella responsabilità».

Ma responsabilità è anche quella che viene data a loro dai referenti più grandi del Cre-Grest. Lo spiega Maria, che è alla sua prima esperienza come animatrice: «Ogni giorno l’oratorio estivo finisce alle 17 e dopo mezz’ora iniziamo la riunione con tutti gli animatori. Il nostro responsabile fa le sue considerazioni e magari ci dà consigli su come migliorare, ma poi siamo noi a parlare e a essere ascoltati». «Si vede che queste riunioni sono importanti – aggiunge Alessandro –. Da quando è iniziato l’oratorio sono emerse alcune problematicità e grazie a questi incontri piano piano le stiamo affrontando e risolvendo».

Anche le attività pratiche prevedono una buona autonomia, dice Rachele, la più giovane tra gli intervistati. «Organizzo un laboratorio di disegno, scegliamo un tema diverso ogni volta. L’altro giorno, ad esempio, ho chiesto ai bambini di disegnare il mondo che vorrebbero. È stato divertente, qualcuno ha disegnato la luna, qualcuno un mondo pieno di super-automobili, in generale sono uscite idee interessanti».

Anche i più piccoli sono coinvolti in azioni che prevedono di mettersi in gioco e un certo grado di responsabilità. Apparecchiare il tavolo per il momento del pranzo, ad esempio: « Imparano a farlo giorno dopo giorno – spiega ancora Rachele –, è un modo semplice per iniziare a farli pensare alle loro azioni. All’inizio si sprecava tanto cibo, ora non succede più».

Un altro momento a cui gli animatori tengono particolarmente è quello dei compiti. Non è usuale negli oratori estivi, ma a Eupilio per due mezze mattine gli animatori si mettono insieme ai bambini sui libri di scuola. «Per me è un momento molto bello, ci aiutano pure ex maestre o altri volontari. È educativo anche per noi, ripassiamo cose che abbiamo imparato tanto tempo fa» dice Rachele. Maria aggiunge: «Quando vedo che dalle mie spiegazioni riescono a capire qualcosa in più mi sento super soddisfatta».

Il ripasso pre-scuola avverrà in particolare in una settimana aggiuntiva di Cre-Grest che l’oratorio organizza a inizio settembre. È pensata per «venire incontro alle esigenze dei genitori che ricominciano a lavorare prima dell’inizio della scuola ». E poi ricominceranno le attività usuali dell’oratorio destinate anche a loro, adolescenti o giovani. Riccardo le racconta: « Durante l’anno abbiamo un incontro a settimana e trattiamo temi sempre diversi. Negli scorsi mesi ci siamo concentrati su bullismo e dipendenze, dalla tossicodipendenza all’alcolismo, alla dipendenza da telefono, con persone che venivano a dare testimonianze».

A proposito di smartphone, gli animatori durante il Cre-Grest devono farne a meno perché ogni mattina il cellulare viene ritirato. « I primi giorni ne sentivo la mancanza, avrei voluto aggiornarmi, andare sui social – racconta Maria –. Poi però con il passare del tempo mi accorgo che sto meglio, mi piace proprio stare tutta la mattina o tutto il pomeriggio senza, vuol dire che siamo impegnati a fare altro. D’estate usciamo e siamo tutti insieme, ci possiamo raccontare le cose in tempo reale». Riccardo conferma: «Se vado a vedere il tempo di utilizzo rispetto al resto dell’anno, il cambio è drastico. Apro TikTok alle 7 di sera per la prima volta. Quando c’è scuola una cosa del genere è impensabile».

Proprio l’uso del telefono è solitamente uno degli argomenti con cui gli adulti guardano al mondo degli adolescenti con preoccupazione o sfiducia, perché i sedicenni e diciassettenni sarebbero “sempre attaccati ai social”. Qui la domanda dev’essere ribaltata: non come gli adulti li vedono, ma come loro vedono gli adulti. Che cosa vogliono chiedere a chi ha trent’anni più di loro? Maria risponde con le parole che sono state le più comuni durante Avvenire in oratorio: «Vorrei che ci ascoltassero e che avessero fiducia ». Conferma Alessandro: «Vorrei avessero una visione meno chiusa sul nostro mondo ». Mentre Riccardo conclude con una vera e propria domanda: « Mi piacerebbe chiedere agli adulti se davvero le preoccupazioni della vita vanno sempre ad aumentare. Adesso quando c’è qualcosa che non va, gli adulti dicono sempre che non è niente rispetto alle fatiche che dovremo affrontare nel futuro. Ma è vero?».

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