Ansa
Per i ragazzi oggi è molto difficile controllare le emozioni, in un mondo che si è dilatato dal reale al digitale. Ma è uno sforzo che fa fatto per renderli "cittadini digitali" in modo consapevole. Lo sostiene Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro, oltre che neuropsichiatra infantile.
Questi mesi di pandemia sono stati terribili per tutti, ma certamente i minori sono stati, e rischiano di esserlo anche nei prossimi mesi, i più penalizzati. C’è un criterio da suggerire ai genitori per rendere meno pesante l’invasione del digitale nella vita dei loro questi ragazzi costretti a mediare tutto, dalla scuola al divertimento alle amicizia, attraverso le tecnologie informatiche?
Ripartire dai ragazzi vuol dire che gli adulti devono ascoltarli e accompagnarli in un percorso di riscoperta della vita sociale, aiutarli a riprendere il controllo della loro quotidianità, oltre i social. E questo accompagnamento va nutrito di empatia e di emozioni condivise. In breve, i genitori devono fare i genitori, non lasciare semplicemente che i ragazzi riprendano in modo confuso gli svaghi allo stesso modo di prima. Nello sforzo per ripensare insieme un nuovo futuro, la famiglia deve diventare un punto di riflessione, con una grande attenzione alle menti dei ragazzi e alle conseguenze provocate dal Covid. Oggi i piccoli sono sensibilissimi e confusi, non possiamo lasciarli soli.
Tra i vostri impegni c’è da sempre la prevenzione del bullismo e del cyber bullismo. Qual è la strategia più opportuna per scongiurare il fenomeno? Accompagnare i ragazzi o educare genitori e insegnanti?
Dobbiamo regalare ai ragazzi il senso della dignità e del rispetto per se stessi e per l’altro. Dobbiamo lavorare in una logica di socialità esterna che comprenda se stessi, la famiglia e gli altri. Oggi sicuramente per i ragazzi è molto difficile controllare le emozioni, in un mondo che si è dilatato dal reale al digitale. Spesso i minori sono inconsapevoli che parole e immagini lanciate nella rete possono causare gravi ferite. Non dobbiamo stancarci di spiegare loro che un piccolo problema nella vita reale viene amplificato nel digitale e, soprattutto, rimane per sempre. I ragazzi sono già a pieno diritto "cittadini digitali" e vanno accompagnati a comprendere il senso di una più consapevole "cittadinanza nella rete".
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