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Nell’affollamento un po’ assurdo di “giornate mondiali” dedicate ai diversi temi, non poteva mancare quella del benessere sessuale, che si celebra proprio domani, 4 settembre. Nell’occasione l’Università di Pavia, con il Dipartimento di Scienze politiche e sociali, e la Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, con il supporto di Cooper Consumer Health, nell’ambito delle ricerche dell’Osservatorio “Occupiamoci di Uomini – La salute sessuale maschile fra tabù e disinformazione”, hanno diffuso un “prontuario” in sei punti “da tenere in considerazione – si spiega - per migliorare davvero la qualità del benessere sessuale, al netto di una popolazione sempre più anziana, un elemento che incide sistematicamente sulle patologie della sessualità”. E fin qui nulla da eccepire.
Ecco la strategia consigliata “per rompere i tabù - sostengono gli estensori - e migliorare la salute sessuale degli uomini”.
- La patologia sessuale non ha età - Dalla ricerca è emerso che gli uomini italiani ricorrono alle cure mediche per la salute genitale e sessuale solo a necessità e, in generale, solo in età avanzata. I medici specialisti, coinvolti nell’Osservatorio sulla sessualità maschile, sottolineano l’essenzialità di verificare periodicamente il proprio benessere con controlli accurati, come visite regolari dall'andrologo, così come accade con il ginecologo per le donne, già in età puberale.
- Una chiacchiera al giorno toglie il medico di torno - Un rapporto aperto e continuo con un medico di fiducia aiuta in caso di necessità ad affrontare tempestivamente la situazione: a partire da piccoli suggerimenti farmacologici con rimedi topici sino alle analisi e terapie più complesse - in caso di patologie cardio vascolari o sindrome metabolica, ad esempio - sapere sempre che cosa accade al proprio corpo avvantaggia nel caso di diagnosi precoce. La prevenzione oggi, dice ancora la ricerca, è una questione urgente per la salute sessuale maschile.
- L’educazione sessuale ci riguarda tutti, sempre - Le giovani generazioni sono esposte a contenuti espliciti gratuiti senza filtri. Gli smartphone e, in generale, una vita always on, hanno trasformato il consumo di materiale pornografico già dalla giovanissima età. Quindi, l’apertura verso la sessualità non è solo appannaggio della relazione con il proprio medico ma soprattutto inizia dalla propria famiglia e dagli affetti: c’è l’urgenza di fornire strumenti già ai giovani preadolescenti per chiarire la differenza emotiva fra relazione reale e finzione pornografica. Più in generale di affrontare la conoscenza del proprio corpo e di quello dell’altro per avere rispetto di entrambi.
- Dialogo con il partner - Per le generazioni più adulte, meno abituate a parlare apertamente della sfera sessuale in famiglia, un importante discrimine è rappresentato dall’apertura con il partner. Soprattutto nel caso si manifestino primi segnali di disfunzione erettile o eiaculazione precoce, riuscire a verbalizzare lo stato d’animo con una persona di fiducia, coinvolta sentimentalmente, aiuta a non isolarsi a non sentirsi incompresi e quindi a non sentirsi frustrati innescando un circolo vizioso di silenzio e negazione.
- Apertura fra pari - Dalle interviste con i sociologi e dall’analisi di oltre 200 fonti di letteratura scientifica sul tema, è emerso altresì che ancora oggi soprattutto gli uomini non condividono all’interno del gruppo le proprie debolezze per un freno culturale, che penalizza chi si mostra debole e vulnerabile in termini sessuali. Questo silenzio può avere conseguenze significative sulla salute sessuale, impedendo il riconoscimento precoce di problemi e limitando l'accesso a soluzioni efficaci. Superare questo tabù è fondamentale per promuovere un benessere sessuale più inclusivo e realistico, dove l'apertura e il confronto diventano strumenti di crescita personale e collettiva.
- Attenzione ai rimedi “miracolosi” - Se da un lato la globalizzazione digitale ha aperto tante opportunità, dall’altra non evita rischi. Quando si parla di dispositivi medici, farmaci, cosmetici, è bene affidarsi al medico e al farmacista per scegliere il prodotto più corretto, in base alle proprie esigenze, e per effettuare l’acquisto tramite canali off e online sicuri e conosciuti. Il benessere sessuale significa anche curarsi con consapevolezza, senza credere nei miracoli.
“L’Osservatorio sulla sessualità maschile e sul suo peso sociologico – si legge ancora nel comunicato - è un importante strumento di comunicazione perché si torni a parlarne e ad attivare un megafono su una condizione che, ancora prima di essere sanitaria, è culturale. A tal punto che, dalle evidenze dell’Università di Pavia, è necessario coinvolgere nel dibattito anche i Centri Antiviolenza per capire quali chiavi e strumenti vengono messi in atto per disinnescare i risvolti più critici della mascolinità tossica”. Grazie spazio al problema della disfunzione erettile, con il mercato dei farmaci per questa patologia che sarebbe particolarmente rilevante. “L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha riportato che nel 2023 le vendite ufficiali di questi farmaci hanno superato i 200 milioni di euro, posizionando l’Italia al secondo posto nel mondo, subito dopo il Regno Unito, per consumo di farmaci destinati a trattare” questa disfunzione. Consumo in costante aumento (+5,7 per cento rispetto all’anno precedente), soprattutto nel Centro Italia (+ 22% rispetto alla media nazionale), mentre al Nord i consumi risultano inferiori dell'11% rispetto alla media nazionale. La Campania registra i consumi più elevati, seguita da Lazio e Toscana. Lazio, Trento e Abruzzo hanno registrato gli incrementi più significativi, superiori al 10%.
Tutto bene - con qualche distinguo - tutto comunque interessante. Ma siamo sicuri che tutta questa attenzione agli aspetti medici e alle patologie esaurisca il tema del benessere sessuale? Siamo sicuri che – al di là di qualche accenno un po’ troppo vago a questioni educative e culturali che troviamo nei sei punti indicati - si possa parlare di benessere sessuale senza far riferimento all’equilibrio e alla serenità della relazione, anzi per essere ancora più espliciti, all’amore come scelta di dono e di significato? L’amore – eros e agape inscindibilmente intrecciati – è l’elemento che umanizza e dà senso alla sessualità. Togliamo l’amore e rimane l’atto riproduttivo, l’esperienza naturale di un gesto istintivo proprio di tutti gli animali. Ma l’amore di un uomo e di una donna merita qualcosa in più di una valutazione medico-scientifica. Così il benessere sessuale è qualcosa che va molto al di là del piacere, della soddisfazione dei corpi, dell’appagamento genitale.
Parlare di benessere sessuale senza riflettere sulla bellezza della relazione, sulle dinamiche dell’affettività, sul desiderio di amare e di essere amati prima con l’anima che con il corpo, è il grande inganno dell’utilitarismo, dello sfruttamento reciproco, del “stiamo insieme finché ci conviene” o, peggio, “finché c’è chimica”. Se non c’è un pensiero sull’amore antropologicamente fondato, parlare di benessere sessuale solo dal punto di vista medico finisce per risultare un discorso indeterminato, incompleto, insoddisfacente. E quindi ingannevole.
Siamo immersi in una cultura che fa balenare da ogni parte l’illusione della felicità sessuale a basso costo e troppi ragazzi si convincono che la simulazione oscena della pornografia sia il modello di riferimento per capire “come si fa” e quale sia il comportamento più opportuno con il partner o la partner di turno. Si illudono così di aver infranto ogni tabù, almeno nel grande lunapark virtuale, ma non fanno altro che caricare di nuova insignificanza e di nuova deresponsabilizzazione il grande sogno di libertà che giace nel cuore di ciascuno.
Ecco perché in una “giornata mondiale” dedicata al benessere sessuale dovremo trovare il modo per raccontare, accanto agli aspetti medici che pure sono importanti, tutta la ricchezza di un mosaico affettivo-spirituale-emotivo di cui il corpo non è il tutto, ma è parte di quell’ampio processo di crescita – vale sia per i giovani che per gli anziani - fondato sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione della persona dell’altro/a nella sua dimensione integrale.
Per rendere ancora più esaustivo e più ricco il discorso, almeno dal nostro punto di vista, dovremmo anche parlare del mistero grande di un amore di coppia che in Cristo rimane sospeso tra Cielo e Terra, con tutti i riferimenti che dal Vaticano II ad oggi ha messo in campo la teologia nuziale e la convinzione espressa, tra gli altri, anche da Benedetto XVI nella Deus caritas est, secondo cui l’amore monogamico è icona del Dio trinitario. Un parallelo altissimo e grandioso. Ma sarebbe davvero troppo per andrologi e sessuologi pensare di legare gli interventi terapeutici sul benessere sessuale a una dimensione che, pur restando profondamente umana, si dilata alle categorie dell’infinito. Ma esiste, e non possiamo ignorarla quando ci inoltriamo in quel territorio di confine tra sacro e profano che è la sessualità.