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Sono diciassette i progetti di cooperazione internazionale approvati e finanziati dalla Commissione adozioni internazionali (Cai) con l’ultimo bando datato 2022. Sedici sono già stati avviati. Sono iniziative che puntano a sostenere bambini e famiglie in Africa e America Latina, con l’obiettivo di dare forza alle reti locali, per quanto è possibile, lasciando sullo sfondo la possibilità dell’adozione. “E nel 2024 – spiega Vincenzo Starita, vicepresidente Cai – potremo contare su nuovo stanziamento di 12 milioni per avviare un nuovo bando con altri progetti di sviluppo”. È il nuovo volto dell’adozione internazionale sostenuta dall’Italia. Se l’obiettivo rimane quello di offrire il sostegno di una famiglia a un bambino orfano, non è detto che il risultato non possa essere conseguito attivando “anche” le risorse esistenti nei Paesi d’origine. Va in questa direzione il progetto presentato oggi da Aibi per la Repubblica Democratica del Congo. Si tratta di un’iniziativa, coordinata da Aibi Amici dei Bambini come ente capofila e che coinvolge diversi partner (Vis, Nadia, Cifa, Anpil). Quattro le città al centro dell’iniziativa: Goma, Mbuji-Mayi e Kinshasa.
“L’obiettivo – spiega Marco Griffini, presidente Aibi - è quello di promuovere il diritto del minore a vivere e crescere in una famiglia, favorendo il ricorso al reinserimento familiare, all’affido e all’adozione per i minori orfani e fuori famiglia.
Per i minori che vivono negli orfanotrofi, il progetto intende promuovere una presa in carico integrata e multidimensionale, che garantisca assistenza, cura, protezione e supporto in risposta alle esigenze specifiche e individuali di ciascun beneficiario”.
L’iniziativa si propone di preparare 80 famiglie accoglienti, d’origine o affidatarie, con strumenti e competenze di gestione familiare necessari per accogliere e far crescere il minore. Ma anche di formare 36 operatori delle autorità preposte alla protezione dei minori e 15 operatori dei centri di accoglienza per minori fuori famiglia (Don Bosco, Sodas e Fed) rafforzano le loro competenze in materia di child protection e alternative care. Inoltre si punta a migliorare le condizioni psico-fisiche di 283 minori accolti negli istituti di Goma, Kinshasa e Mbuji-Mayi attraverso una presa in carico integrata. Infine – quarto obiettivo del progetto – si intende rafforzare le competenze socio-relazionali e cognitive di 896 bambini delle scuole di Kinshasa e Goma.
I destinatari sono 1.033 minori orfani, fuori famiglia o provenienti da contesti di estrema vulnerabilità di cui 157 accolti presso il centro Don Bosco Ngangi a Goma e il centro Don Bosco Muetu a Mbuji-Mayi; 101 accolti nei centri Sodas e Fed di Goma, 25 presso l’orfanotrofio Nid d’Espoir, 150 in carico ad altri enti e 600 allievi della scuola St. Georges di Kinshasa. Ma nel progetto figurano anche 241 adulti di cui: 160 caregiver, 15 operatori dei centri, 36 operatori istituzionali, 20 operatori delle equipe educative, 10 care leaver. “Aibi riprende Griffini - è presente in Repubblica Democratica del Congo dal 2008, sia con progetti di cooperazione internazionale sia con una grossa attività di adozione a distanza. Questo nuovo progetto finanziato dalla Cai rinnova il nostro impegno verso un Paese meraviglioso, che purtroppo tanto spesso è sottoposto a disordini sociali, instabilità politica e anche disastri naturali. Il nuovo progetto ci permette di proseguire quanto fatto negli anni precedenti e di rinforzare le attività in favore di bambini, giovani, famiglie e operatori. Con l'auspicio, e nella ferma convinzione, che con questi interventi possa essere ancora maggiormente garantito il diritto di ogni minore di essere figlio".
Secondo una stima Unicef di qualche anno fa, sono almeno 200 milioni i bambini abbandonati nel mondo. In Italia quelli che vivono "fuori famiglia" sono oltre 30mila.