Se l’Europa del futuro non metterà al centro i bambini, i loro diritti, le loro speranze di crescita, le loro relazioni familiari, sarà difficile immaginare il futuro. Anzi, senza mezzi termini, non ci sarà futuro. Per nessuno. Il “Manifesto per l’infanzia e l’adolescenza in Europa” proposto ai candidati del prossimo Parlamento di Strasburgo, messo a punto da 23 associazioni europee (la coalizione #VoteforChildren) che nei vari Paesi si battono per i diritti dell’infanzia, non lascia spazio ai compromessi. L’Europa di domani sarà a misura di bambini o non sarà. Ne parliamo con Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di Telefono Azzurro, la realtà che rappresenta l’Italia nell’ambito delle associazioni che hanno lanciato il manifesto presentato oggi a Roma.
Quali sono gli obiettivi?
Il “manifesto” parla chiaro: i candidati che firmano questo documento si impegnano, come recita il primo punto, a “promuovere e proteggere i diritti di tutti i bambini, indipendentemente dalla loro nazionalità, identità di genere, origine nazionale o etnica, colore della pelle, religione, lingua, orientamento sessuale, status migratorio, disabilità, o qualsiasi altra circostanza o situazione, in tutti i processi legislativi interni ed esterni dell’Ue, nelle decisioni di finanziamento e nei dibattiti”. Si tratta di un programma tutt’altro che agevole. Ma andava fatto. I problemi sul tappeto sono troppo importanti e troppo complessi per essere affidati a iniziative di singoli gruppi o di singoli candidati. Serve un progetto coeso e di respiro trasversale.
Pensa alla riproposizione dell’intergruppo sulla tutela dei minori già attivo nel Parlamento uscente?
Sì, non dovrebbero esserci problemi a rinnovare questa esperienza. Le centinaia di candidati che hanno già sottoscritto il “manifesto” hanno espresso l’intenzione di riproporre la bella realtà dell’intergruppo che si è distinta per alcune iniziative importanti.
Parlando di tutela dell’infanzia i problemi da affrontare rimangono tanti e drammatici. Quali sono quelli più urgenti?
Un bambino su quattro nell’Unione Europea è a rischio povertà o esclusione sociale e uno su cinque in Europa è soggetto a violenza e abusi sessuali, sia offline che online. Le ragazze sono particolarmente vulnerabili. Bambini e adolescenti si trovano sempre più spesso oggi ad affrontare problemi di salute mentale: nel 2021 erano 9 milioni i bambini e gli adolescenti interessati. E non vanno dimenticati quelli che provengono da un contesto migratorio (6,6 milioni nel 2022) che rappresentano a loro volta una categoria particolarmente a rischio in termini di povertà, discriminazione, esclusione e abusi. Poi penso al problema del digitale, alla necessità di introdurre delle regolamentazioni efficaci e ragionevoli, coinvolgendo oltre agli Stati, le aziende protagoniste. I bambini certamente vanno tutelati per motivi educativi ma anche per evitare episodi di sfruttamento. Che è poi il motivo che ci sollecita a prestare la massima attenzione perché si eviti il rischio che la stessa Intelligenza artificiale possa utilizzare i dati dei bambini per obiettivi non trasparenti.
Avete affrontato anche il tema dei bambini scomparsi…
Questione gigantesca, 250mila segnalazioni solo nell’ultimo anno, un bambino ogni due minuti, in cui troppi sfuggono ai controlli e troppi, drammaticamente, finiscono per scomparire definitivamente (21.951 in Italia). Servono strategie di inclusione pensate a livello europeo, perché non si tratta di un problema che possa essere limitato all’interno dei confini nazionali.
Problemi di tutela e di ordine pubblico che però non esauriscono l’impegno delle associazioni che si battono per la tutela dei diritti dell’infanzia…
Certamente no, ci sono anche obiettivi più ampi, che riguardano per esempio l’impegno di coinvolgere i bambini e le loro famiglie nelle scelte che li riguardano. L’ascolto su determinati fronti, penso per esempio al grande tema degli abusi, non può rimanere solo un vago auspicio. Dobbiamo fare tutti insieme un passo avanti. Concretamente.
Quali sono gli altri punti caratterizzanti del “manifesto”?
Vogliamo rafforzare il mandato del Coordinatore per i Diritti dell’Infanzia del Parlamento europeo; richiedere una valutazione d’impatto sui diritti dei minori per ogni nuova proposta legislativa; assicurare un bilancio del budget dell’Ue incentrato sull’infanzia; invitare la Commissione europea a rinnovare il suo impegno a dare priorità ai diritti dei bambini, garantire una forte governance sui diritti dei bambini, rivedendo la Strategia sui Diritti dei Bambini dell’Ue e assicurando che sia effettivamente attuata; garantire che la lotta alla povertà infantile e familiare rimanga una priorità politica; investire tempo e risorse per facilitare una partecipazione significativa, inclusiva e sicura dei bambini – come detto - a tutti i processi legislativi dell’Ue e ai dibattiti che li riguardano; impegnarsi regolarmente con le organizzazioni della società civile che lavorano per e con i bambini.