Trentamila minori fragili costretti a vivere fuori dalle famiglie d’origine meritano qualche sforzo da parte delle istituzioni e della politica per sperare in una vita migliore? Risposta scontata, ma da troppi anni nel nostro Paese si fa poco o nulla per comprendere le reali esigenze di questi bambini e ragazzi. Ancora meno per adeguare il sistema d’accoglienza, per rendere le leggi più rispondenti alle mutate esigenze di minori che vivono sulla propria pelle, pagandone le conseguenze, la crescente vulnerabilità delle famiglie.
Sono partite da questa premessa le 19 associazioni che danno vita al Tavolo nazionale affido per rivolgere un invito pressante alla società e alla politica. L’hanno fatto ieri in Senato, nel corso di una conferenza a cui hanno preso parte anche alcune rappresentanti delle istituzioni. Su Avvenire (vedi qui) abbiamo già raccontato a grandi linee le proposte avanzate. Ora, alla luce del documento presentato dalle associazioni, possiamo entrare nel dettaglio dei punti pensati per “un rinnovato impegno politico e culturale chiaro e senza ambiguità” finalizzato a “un reale riconoscimento del ruolo delle famiglie affidatarie nel valore etico dell’accoglienza e nella loro funzione pubblica”.
Ecco una sintesi delle proposte a sostegno dell’affidamento familiare
1) Garantire interventi adeguati e continuativi a sostegno alla famiglia di origine così come normativamente previsto. “È necessario – propone il Tavolo nazionale affido - che l’affidamento familiare venga valorizzato e rafforzato come intervento preventivo e di sostegno ad una famiglia in difficoltà, e non solo come funzione riparativa”, cioè gli allontanamenti con l’intervento del giudice minorile. In particolare serve un rilancio “degli affidamenti familiari consensuali e a favore di bambini piccolissimi senza per altro dimenticare le molteplici differenti forme dell'affidamento familiare e il fatto che spesso questo si riveli necessario in maniera ripetuta”.
2) Garantire investimenti strutturali e dedicati a livello nazionale e regionale. Vuol dire fare in modo che in ogni territorio ci siano “adeguate risorse economiche e umane nei Servizi sociali, nei Servizi/Centri Affido e nei Tribunali per tutelare, nei fatti e fino in fondo, il migliore interesse dei minorenni affidati”.
3) Garantire l'attuazione del principio di sussidiarietà. Che in questo caso significa “il riconoscimento del ruolo delle associazioni e delle reti di famiglie nella pratica operativa e di sostegno alle famiglie affidatarie quale espressione di funzione pubblica così come previsto dalle Linee di indirizzo per l'affidamento familiare”.
4) Definire politiche, azioni e procedure di garanzia per una efficace integrazione sociale e sanitaria. Il Tavolo nazionale chiede in sostanza “priorità di accesso ai servizi di neuropsichiatria infantile, psicologia clinica, servizi territoriali riabilitativi ecc. per tutti i minorenni fuori famiglia”. Inoltre si chiede di “semplificare il riconoscimento ai minorenni in affidamento familiare di prestazioni di natura assistenziale nonché l’accesso alle prestazioni sanitarie, rilascio documenti e favorire la conoscenza da parte degli affidatari delle normative riguardanti gli aspetti fiscali, contributi, previdenziali, Isee e Assegno Unico, anche attraverso la sensibilizzazione degli uffici pubblici alla peculiarità della condizione del minorenne in affidamento familiare”. Identiche attenzioni vanno rivolte alle famiglie affidatarie per favorire la loro conoscenza di “normative, procedure, aspetti fiscali contributivi e ad accedere a contributi e benefici stabiliti per legge. Va inoltre garantita la piena attuazione delle Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori dalla famiglia di origine”.
5) Facilitare l’uso del proseguimento amministrativo per i neo maggiorenni in affidamento familiare. Qui si tratta di garantire il contributo economico/rimborso spese alla famiglia affidataria e garantire sostegno ai processi di avvio all'autonomia. E quindi, in sostanza “stabilità del fondo Care Leavers e estensione anche a favore dei neomaggiorenni di origine migratoria, nonché garantire politiche e azioni atte a facilitare l'accesso alla casa, alla formazione post scuola secondaria e al lavoro per tutti i ragazzi e le ragazze in uscita dai percorsi di affidamento familiare e comunità residenziale attraverso la definizione di politiche, azioni, procedure in sinergia con i ministeri di competenza e per l'accesso facilitato all’edilizia pubblica e attraverso la valorizzazione in tal senso del patrimonio edilizio confiscato alle mafie”
6) Tutelare, in applicazione della legge 173/2015, “la continuità delle positive relazioni socio-affettive”. L’affido, come più volte ribadito, dovrebbe avere un tempo limitato (due anni) ma nella maggior dei casi questa indicazione non può essere rispettata e si va avanti sine die. Un tempo esteso che consolida i rapporti tra il bambino e la famiglia che lo ospita. La legge tutela la continuità degli affetti anche quando il minore fa ritorno nella famiglia di origine, viene dato in affidamento ad altra famiglia o viene adottato da altra famiglia.
7) Definizione a livello nazionale del contributo economico alla famiglia affidataria. Oggi questo non succede. Ogni Regione – e quasi ogni Comune – stabilisce quote diverse. Importante invece, spiega il Tavolo nazionale affido, di rendere il contributo “cogente in tutte le regioni”, con quote integrative a sostegno degli "affidamenti familiari difficili", come indicato dalle Linee di indirizzo nazionali per l’affidamento familiare. Quale potrebbe essere la quota base? La proposta è di individuare “il valore parametrato ad un riferimento univoco, ad esempio la pensione minima Inps nonché alla possibilità di incremento in caso di disabilità, affidamento familiaredi adolescenti o di neonati, o di rimborso in caso di spese alimentari particolari, spese mediche straordinarie o ausili tecnici, quali ad esempio spese dentistiche, protesi o assistenza ospedaliera”. Ma questi contributi, si spiega ancora, non possono essere proporzionati al reddito della famiglia: “È fondamentale che non venga condizionato in alcun modo il contributo economico all'Isee della famiglia affidataria, come invece avviene in alcuni casi”.
8) Riforma Cartabia. L’iter applicativo della legge 206/21 suscita nelle associazioni grande preoccupazione. Da qui la proposta di istituire un gruppo di lavoro permanente formato dalle associazioni stesse, avvocati (Unione nazionale Camere minorili), magistrati (Associazione italiana magistrati per i minorenni e per la famiglia), Ministero della giustizia, Autorità Garante infanzia e adolescenza per monitorare “l’applicazione della legge e favorire un'applicazione in grado di contrastare le derive lesive dei diritti dei minori e delle famiglie d'origine e affidatarie ivi compresa la garanzia di accesso diretto alla magistratura minorile”.
A queste otto proposte di più vasto respiro, il Tavolo nazionale affido ha poi aggiunto altre richieste indirizzate in modo specifico alla politica. Eccole:
1) Istituzione della giornata nazionale dell’affidamento familiare. Dovrà essere celebrata il 4 maggio di ogni anno.
2) Ratifica in tutte le regioni delle linee di indirizzo per l'affidamento familiare approvate 8 febbraio 2024 dalla Conferenza Stato Regioni al fine di Garantire un uniforme livello di erogazione delle prestazioni su tutto il territorio nazionale.
3) Risorse necessarie per sostenere le spese derivanti dall’entrata in vigore della Riforma Cartabia “che richiederà per la costituzione delle sezioni famiglia di un adeguato numero di magistrati, personale amministrativo in grado di rispondere al bisogno di tutela del minore”.
4) Monitoraggio delle nuove Linee di indirizzo. “Garantire il mantenimento del Tavolo tecnico presso il Ministero dei lavori pubblici e delle politiche sociali per il monitoraggio delle Linee di indirizzo e della pratica dell'affidamento a livello territoriale/regionale, prevedendo la partecipazione strutturata e stabile del Tavolo Nazionale Affido e dei coordinamenti nazionali
impegnati in ambito di tutela e protezione dei minorenni”.
5) Tavoli regionali. “Sostenere e dare impulso all’attivazione di Tavoli, in tutte le regioni, per i minorenni fuori famiglia.
6) Ruolo delle associazioni. “Garantire il riconoscimento effettivo del ruolo delle associazioni/reti nella pratica operativa degli affidamenti familiari in tutte le sue fasi e garantire il coinvolgimento diretto delle associazioni e delle reti di famiglie affidatarie in tutti i processi relativi a proposte di legge o altri provvedimenti che hanno l’obiettivo di modifica della 184/83 (la legge approvata più di 40 anni fa che attualmente rimane nel nostro Paese il riferimento per adozioni e affido)
7) Aggiornamento dei dati. “Mettere a disposizione in modo permanente e aggiornato dati dettagliati sugli affidamenti e sulle accoglienze in comunità (comprensivi non solo delle caratteristiche demografiche ma anche delle ragioni dell’allontanamento, del tipo di supporto ricevuto e degli esiti) e definizione di un sistema di monitoraggio adeguato e in tempo reale, facendo attenzione alla proliferazione delle raccolte dati”.
8) Campagne promozionali. “Sostenere e rilanciare a livello istituzionale una vasta e costante campagna di promozione dell’affidamento familiare”
Il documento è stato sottoscritto dalle 19 associazioni che fanno parte del Tavolo nazionale affido.
Aibi–Amici dei Bambini; Cometa; Comunità Papa Giovanni XXIII; Famiglie per l’accoglienza; Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie; Associazione Nazionale Famiglie Numerose; Cam, Centro Ausiliario per i problemi minorili Milano); Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza); Coordinamento affido Roma; Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete; Progetto Famiglia (Federazione di enti no-profit per i minori e la famiglia); Ubi minor (Coordinamento per la tutela e la promozione dei Diritti dei Minori – Toscana); Salesiani per il sociale, Federazione SCS/CNOS; Affidamento.net Liguria; Co.Fa.Mi.Li; Associazione Fraternità’; Fondazione L’Albero della vita Onlus; Membri osservatori Metacometa; Centro comunitario Agape