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L’anno che va ad incominciare tra qualche settimana fa scoccare l’ultimo lustro che ci separa dal 2030, la data di scadenza che le Nazioni Unite hanno fissato con ottimistica ambizione per raggiungere i diciassette obiettivi, introdotti così nel sito Onu: «L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 “target” o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016 guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030».
Mentre stiamo per lasciarci dietro le spalle i primi dieci anni di questa sfida, la sensazione è che siamo lontanissimi dai risultati che governi, istituzioni e aziende avevano proclamato di voler raggiungere per contrastare ed arginare le più gravi emergenze ambientali, sociali, economiche e finanche culturali. Tuttavia, avendo fatto della fiducia e dell’ottimismo la mia personalissima postura per stare al mondo, non tutto è ancora perduto e provo a intercettare tutti i segnali deboli che arrivano dai paraggi che frequento più assiduamente, quelli del mercato e della comunicazione d’impresa. Ed eccomi a festeggiare con largo anticipo il capodanno 2025 come l’inizio di un percorso pubblicitario che l’olandese città dell’Aia ha deciso di varare per prima in tutto il mondo. Dal primo gennaio del nuovo anno, infatti, saranno vietate le inserzioni che reclamizzano crociere, voli aerei e più in generale tutti quei beni di consumo “ad alta intensità” di CO2, mortali per il nostro ecosistema. Succede a crociere e viaggi aerei quello che qualche anno fa era già successo con le pubblicità del tabacco per esempio, quando le marche di sigarette dovettero rinunciare anche alle sponsorizzazioni sulle livree delle corse automobilistiche e motociclistiche. Secondo un articolo firmato da Gabriele Rosana, «con la delibera approvata dal consiglio comunale, la città olandese diventa la prima al mondo a vietare per legge le pubblicità poco “climate friendly”, inserendo questa misura in un contesto di pressione crescente sulle agenzie pubblicitarie e di pubbliche relazioni affinché interrompano le relazioni con i giganti fossili e i grandi emettitori di Co2». Nello stesso articolo si evidenzia che misure simili sarebbe allo studio anche ad Amsterdam, Toronto e a Graz, in Austria. È una pessima notizia per i colleghi e le colleghe che stavano infiocchettando le nuove affissioni sulla sostenibilità di una nuova gigantesca nave da crociera rigorosamente “green”, le cui grottesche promesse non finiranno su muri della città di Aia. E speriamo neanche altrove.