
Continua ancora la crescita dei Green, social e sustainability bond (Gss), obbligazioni la cui emissione è legata a progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente, il sociale e la sostenibilità in generale. Nel 2024 i Gss emessi hanno infatti sfiorato i mille miliardi di dollari, per un volume cumulato che ha superato i 5.500 miliardi di dollari. Il dato è contenuto nell’ultimo report pubblicato da MainStreet Partners, data provider specializzato in investimenti Esg, Sostenibili e Impact dal 2008. Il 2024, evidenzia lo studio, è stato un anno particolarmente importante per i Green bond, con emissioni che hanno raggiunto il secondo miglior risultato trimestrale dalla loro introduzione sul mercato – 561 miliardi di dollari – e il miglior primo trimestre di sempre, che ha rappresentato il 58% delle emissioni complessive dell’anno. Parallelamente, i Transition bond – le obbligazioni che raccolgono il denaro con l'intento di aiutare le industrie più lontane dagli obiettivi della decarbonizzazione a raggiungerli – hanno vissuto una nuova fase di crescita, trainata in parte dall'impulso fornito dal governo giapponese. Il mercato – sottolinea il rapporto di MainStreet Partners – rimane comunque Europa-centrico: circa il 60 per cento del totale dei volumi emessi derivano da soggetti europei e il 56 per cento da bond denominati in euro. L’Asia, dove ci sono stati progressi rapidi nella regolamentazione, mantiene una presenza significativa nel mercato dei Social e Sustainability bond.
«Abbiamo assistito a un quadro macroeconomico in evoluzione negli ultimi tre anni, con il mercato obbligazionario che ha reagito in modo aggressivo all'aumento dei tassi di interesse nel 2022 – spiegano gli autori del rapporto –. Ciò ha comportato un calo significativo nell'emissione obbligazionaria globale e le obbligazioni Gss non hanno fatto eccezione. Il miglioramento delle condizioni economiche, ulteriormente supportato da significativi tagli dei tassi nel 2024, ha rafforzato una riattivazione dei mercati obbligazionari nel 2023 e nel 2024. In mezzo alle incertezze geopolitiche, la transizione energetica, tuttavia, è rimasta in cima all'agenda per molti investitori e aziende, sostenendo quindi la crescita del mercato obbligazionario Gss». Per il 2025, la previsione è di un aumento dei bond Gss, con il superamento di quota mille miliardi di dollari e con l’Europa ancora primo mercato regionale al mondo, anche se con una crescita non particolarmente significativa.
«Oltre 500 bond Gss per un valore di oltre 600 miliardi di dollari Usa sono destinati a scadere entro il 2026 – evidenzia ancora il rapporto –. La domanda sorge quindi spontanea: vedremo un aumento delle emissioni man mano che gli emittenti cercheranno di rifinanziare?». Inizialmente le obbligazioni green provenivano principalmente da istituzioni finanziarie sovranazionali, come la Banca mondiale o la Banca Europea per gli Investimenti, poi sul mercato sono arrivati anche titoli emessi da singole aziende, municipalità e agenzie statali. Negli ultimi anni si è vista una espansione più significativa, anche grazie alla spinta impressa dalla Cop21 di Parigi e dagli accordi sul clima. Lo studio di MainStreet Partners esamina anche gli effetti delle nuove linee guida dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) sui Paris Aligned Benchmarks (Pab), gli indici di riferimento Ue allineati con l'accordo di Parigi, e sui Climate Transition Benchmarks (Ctb), gli indici di riferimento Ue di transizione climatica.
Secondo le nuove indicazioni, la gestione di Green Bond richiede un’analisi di adeguatezza dell’utilizzo dei proventi piuttosto che dell’emittente stesso. Osservando da vicino i progetti finanziati da ciascuno dei 5.000 bond presenti nel database, MainStreet Partners ha rilevato che questa nuova informativa è decisamente rilevante per i gestori dei fondi Articolo 9 (i prodotti che hanno come obiettivo investimenti sostenibili) e che, per continuare a mantenere il nome dei fondi legato a terminologia come “ESG, Sostenibilità, Transizione”, dovrebbero rivedere i loro portafogli, apportando modifiche ai loro investimenti in Green bond. Circa il 10 per cento di bond Gss potrebbe infatti essere escluso a causa della nuova informativa sui Pab, mentre quasi il 20% del volume rischia l’esclusione in base ai criteri più stringenti dei Ctb.