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Il bosco che diventa un’aula, il teatro romano e l’antico borgo che prendono il posto dei banchi e la via Francigena della lavagna. Non è l’incipit di un racconto di Gianni Rodari ma è la scuola che otto studenti da tutta Italia stanno frequentando dal 16 settembre scorso nell’ambito dell’innovativo progetto educativo “Strade Maestre”, che unisce un percorso di studi superiori a uno straordinario viaggio a piedi lungo 240 giorni e quasi duemila chilometri tra ambienti naturali e territori di undici regioni. È una scuola nuova, che cammina, incontra, assimila tutto ciò che la circonda: accompagnati da quattro guide-insegnanti, i ragazze e le ragazze tra i 17 e i 18 anni che formano la classe sperimentale, ciascuno dei quali proveniente da scuole e indirizzi diversi, hanno l’opportunità di studiare per un intero anno scolastico mescolando la teoria con la pratica, vivendo in comunità, dormendo in fattorie, casali, bungalow o in tende, e di sostenere infine un esame come privatisti nei rispettivi istituti al termine delle attività didattiche.
Anziché farlo sui banchi tradizionali, gli studenti apprendono perciò la geologia sui pendii dell’Etna, l’ambiente e la sua tutela lungo un sentiero dell’Appennino o insieme ai naturalisti e ai biologi della Caretta Calabria Conservation, la chimica in uno stabilimento industriale, la storia e la letteratura un po’ ovunque: a Firenze, ad esempio, visitando la casa di Dante; in Sicilia, scoprendo i luoghi di Sciascia, di Pirandello, di Verga ma anche di Falcone, Borsellino e dei Normanni. Ci sono poi la fisica, che studiano pedalando in bicicletta, l’educazione civica, la geografia, la filosofia, il latino, la matematica e le lingue straniere, ognuna “combinata” con uno spazio fisico, capace di ispirare e di insegnare: dagli scavi archeologici alle cattedrali, dai musei alle cappelle, dai Decumani al Fanum Voltumnae.
L’approccio è multidisciplinare e prevede la partecipazione di figure professionali esperte in determinati campi allo scopo di approfondire specifiche materie durante i “periodi residenziali”, considerato che il progetto alterna giorni di cammino ad altri di stanzialità, e la collaborazione di associazioni di educazione e tutela ambientale, cooperative di progettazione sociale, fondazioni, collettivi e centri culturali.
“Strade Maestre” è partito da Orvieto in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico ma la sua ideazione è cominciata molto tempo prima, come ci spiega al telefono da Capranica, nel Viterbese, dove la classe si trova da qualche giorno, uno dei suoi “padri fondatori”: Marcello Paolocci.
«L’idea è nata più di due anni fa da un confronto con Marco Saverio Loperfido, come me guida ambientale escursionistica, sulle rispettive esperienze nell’ambito dei cammini giudiziari; ad un certo punto del discorso è sorta spontanea la domanda: quanto sarebbe bello per i ragazzi che studiano poter fare un intero anno scolastico in giro per l’Italia? Ci siamo trovati subito d’accordo e immediatamente messi al lavoro; insieme ad altre persone abbiamo costituito una cooperativa sociale, la CamminaMenti con sede a Rende (CS) e ci siamo impegnati tutti tantissimo per riuscire a gestire al meglio ogni aspetto, compreso quello assicurativo. La nostra iniziativa», continua Paolocci, che è laureato in Storia e ai ragazzi insegna letteratura italiana, «si colloca all’interno di quella che in Italia si chiama istruzione parentale (la homeschooling anglosassone, nda), una forma di educazione e insegnamento prevista dal nostro ordinamento: non ci poniamo in antagonismo con la scuola tradizionale ma siamo collegati a questa, siamo una cosa in più e ci piacerebbe che questa “cosa in più” diventasse, con il tempo, una normale offerta della scuola italiana».
Nonostante sia al suo “numero zero”, Strade Maestre può vantare già un piccolo record: è la prima esperienza al mondo di scuola in cammino della durata di un intero anno, e la cosa ha suscitato l’interesse di alcune università italiane, che la stanno seguendo e studiando.
Fino al 15 novembre gli studenti-viaggiatori di questa classe-comunità graviteranno con le loro guide tra Terni e Viterbo per poi arrivare a Civitavecchia seguendo il sentiero 103 del Cai.
Da qui, raggiungeranno con il traghetto la Sicilia dove percorreranno la Magna Via Francigena fino ad Agrigento, quindi esploreranno l’Etna, faranno tappa a Cefalù, si sposteranno in Calabria e, scarpe da trekking bene allacciate ai piedi e zaino (leggero) in spalla, risaliranno lo stivale toccando la Basilicata e la Puglia.
Con il treno arriveranno poi a Napoli e a piedi a Caserta e successivamente a Roma, «e lo faremo come i pellegrini, per il Giubileo» continua il cofondatore del progetto; «a marzo e ad aprile saremo tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, a maggio in Friuli-Venezia Giulia toccando Venezia e termineremo il viaggio a Trieste. In mezzo, ci saranno le vacanze di Natale e di Pasqua che i ragazzi trascorreranno a casa propria. Camminare è una pratica antica che ha, tra i suoi tanti benefici, la capacità di aiutare le persone ad acquisire autonomia, responsabilità e spirito di solidarietà; camminare, soprattutto se nella natura, rende creativi, aumenta l’autostima, crea comunità. “Strade Maestre” è appena cominciato ma sta già dando i primi frutti», conclude Paolocci: «Tra i ragazzi, c’è chi ci (e si) domanda “Come ritorneremo alla vita di tutti i giorni quando tutto sarà finito? Come faremo a rimanere gli uni senza gli altri?”».