L’inflazione alleggerisce il carrello della spesa e spinge le famiglie verso i discount alla ricerca di prezzi più accettabili. Una tendenza consolidata confermata dall’Istat che oggi ha reso noti i dati relativi alle vendite al dettaglio nel 2023. Sono cresciute in valore del 2,8% rispetto al 2022, grazie soprattutto alla componente dei beni alimentari. In flessione invece le vendite in volume (-3,7%), con andamenti sostanzialmente analoghi per alimentari e non alimentari. Nella media del 2023, tra le forme distributive, è la grande distribuzione a registrare l'aumento in valore più sostenuto. Continua in particolare la crescita dei discount con un consistente +8,2%.
Proprio il settore alimentare è quello dove si sono registrate le difficoltà maggiori sul fronte dei prezzi con le vendite in volume scese del 3,9% a fronte di quelle in valore cresciute del 5,8%. A dicembre nel complesso le vendite sono diminuite rispetto a novembre dello 0,1% in valore e dello -0,5% in volume mentre su base tendenziale sono salite dello 0,3% in valore e sono diminuite del 3,2% in volume.Le famiglie fanno i conti con il caro vita favorendo di più la grande distribuzione rispetto al negozio di vicinato: le vendite in valore nella grande distribuzione sono aumentate del 5,3% a fronte dell'aumento dello 0,4% per le imprese operanti su piccole superfici, dell'1,2% per quelle fuori dai negozi e dell'1,8% per il commercio elettronico, valori questi ultimi molto inferiori alla crescita dei prezzi. Per far fronte all'aumento dei prezzi si rinuncia anche alla spesa non alimentare cresciuta nel 2023 in valore dello 0,6% ma diminuita in volume del 3,5%.
Per Confcommercio la situazione è "complicata" e "alcuni segmenti di consumo, tra cui abbigliamento e calzature e mobili ed elettrodomestici vedono calare le vendite anche a valore, con particolari penalizzazioni per le imprese di minori dimensioni" mentre Confesercenti sottolinea che secondo le sue stime per i piccoli negozi il calo delle vendite in volume è stato del 6%. L'Unione nazionale dei consumatori parla di "dati sconfortanti" e di inflazione che crea una "illusione ottica" sull'aumento della spesa a fronte di un calo delle quantità acquistate. Sulla stessa linea il Codacons che parla di famiglie "impoverite" e Assoutenti che segnala il crollo dei volumi nella spesa alimentare con le famiglie che si rivolgono ai discount per fronteggiare il carovita.