lunedì 16 settembre 2024
Deutsche Bank studia una mossa per bloccare ll'operazione ed evitare l'arrivo di un concorrente sul mercato interno. Ma l'Ad di Unicredit Orcel conferma che il progetto di fusione va avanti
Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit

Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit

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«Vogliamo creare un competitore più forte sul mercato bancario tedesco». Così il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, in un’intervista al quotidianno economico Handelsblatt, ha commentato la scalata o la possibile acquisizione di Commerzbank da parte del principale Istituto bancario italiano. Una scalata o fusione salutata positivamente anche dalla Bundesbank, la banca federale tedesca. «Potremmo salire, potremmo scendere e potremmo fonderci», ha aggiunto il ceo, lasciando tutte le ipotesi aperte, «ma il mercato tedesco ed europeo hanno bisogno di banche più forti per competere con le casse di risparmio e le banche cooperative, che insieme controllano il 60% dei prestiti alle imprese».Se la fusione tra Unicredit dovesse andare in porto nascerebbe probabilmente la più grande e potente banca privata europea. Per questo Deutsche Bank, l’altra grande banca privata tedesca, vorrebbe impedire la fusione. Il ceo Christian Sewing sta studiando le possibili contromosse per acquisire il restante 12% delle azioni detenute dallo Stato federale tedesco in Commerzbank. Un tentativo simile di fusione tra le due grandi banche private tedesche, sostenuto tra l’altro dall’allora ministro delle Finanze e oggi cancelliere Olaf Scholz, fallì nel 2019. Il grande risiko bancario europeo è appena iniziato e gli esperti di finanza di Francoforte sul Meno seguono la vicenda con interesse e apprensione. Unicredit si è assicurata una partecipazione del 9% di Commerzbank. E a quanto pare «gli italiani vogliono di più» ha aggiunto il quotidiano Handelsblatt, molto vicino agli ambienti bancari ed industriali tedeschi.
La banca italiana ha approfittato di una vendita di azioni da parte del Bund, il governo federale – ha spiegato Handelsblatt – e si è assicurata una partecipazione che potrebbe crescere fino all’acquisizione completa. La mossa non è stata presa bene da parte dei vertici del mondo finanziario di Francoforte. Il consigliere di sorveglianza di Commerzbank, Stefan Wittmann, ha sottolineato che «si opporrà a qualsiasi potenziale acquisizione», ricordando che proprio l’acquisizione nel 2005 sempre da parte di Unicredit di Hypovereinsbank, banca di Monaco di Baviera, aveva portato a tagli di posti di lavoro. Si oppone ad una possibile operazione di acquisto di Commerzbank anche il sindacato Ver.di.
Per comprendere la vendita di azioni di un istituto privato da parte dello Stato federale tedesco, bisogna risalire al 2009. La crisi finanziaria del 2007, originatasi negli Usa, colpì anche l’Europa e ovviamente le banche tedesche. Commerzbank, che si era aperta ad investimenti esteri era in grande difficoltà. Il governo di Berlino, la prima Grande Coalizione guidata dall’ex cancelliera Angela Merkel, decise di intervenire e salvare dal collasso Commerzbank. Nel 2008 e nel 2009 la banca con sede a Francoforte sul Meno ottenne un aiuto di capitale di 18,2 miliardi di euro dal fondo di stabilizzazione del mercato finanziario (Fms). Negli ultimi anni Commerzbank è tornata a navigare in acque difficili e la recente ed inattesa crisi economica tedesca ha peggiorato ulteriormente la situazione finanziaria dell’istituto bancario. Secondo la Finanzagentur, società di servizi finanziari di proprietà dello Stato tedesco, alla fine del 2023 il deficit di Commerzbank accumulato ammontava a circa 21,6 miliardi di euro. Da qui la decisione da parte dello Stato tedesco di mettere in vendita parte del suo pacchetto azionario. UniCredit pagherà 13,20 euro ciascuna per circa 53,1 milioni di azioni Commerzbank, come hanno confermato i vertici della banca di Francoforte. Lo Stato tedesco realizzerà così un ricavo di 702 milioni di euro, che potrebbe salire ulteriormente. La restante partecipazione statale nell’istituto finanziario dovrebbe valere circa 2,5 miliardi di euro e non si esclude una vendita definitiva a Unicredit.
La Germania sta affrontando una nuova crisi probabilmente più complessa rispetto a quella del 2007. L’economia tedesca sta vivendo una lunga fase di stagnazione e rischia la recessione. Il governo di Berlino sta definendo, tra mille difficoltà, il bilancio per 2025. Il ministro delle Finanze Christian Lindner, entro novembre, quando dovrebbe arrivare il via libera definitivo da parte del Bundestag, deve reperire risorse da investire per coprire un buco miliardario di cui ancora non si conoscono le reali dimensioni. Anche la vendita delle azioni statali di Commerzbank a Unicredit potrebbero servire.

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