martedì 22 ottobre 2024
Le dipendenti del famoso marchio di lingerie hanno costituito un'associazione, creando delle magliette con cui hanno portato avanti la protesta e ora hanno iniziato a vendere
Unicheunite è il nome che hanno scelto per la loro associazione le dipendenti del notissimo brand di lingerie e costumi di lusso LA PERLA, per reagire e protestare

Unicheunite è il nome che hanno scelto per la loro associazione le dipendenti del notissimo brand di lingerie e costumi di lusso LA PERLA, per reagire e protestare - Unicheunite

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“Unicheunite” è una storia di solidarietà femminile che nasce da una tragedia, come solo la perdita del lavoro può essere, specie se sei donna, sola, monoreddito, di una certa età e, magari, hai anche un mutuo sulle spalle. È quanto è successo alle lavoratrici de La Perla, lo storico marchio di biancheria intima di lusso Made in Italy, che ad oggi si trova in parte in amministrazione straordinaria (La Perla Manufacturing, cioè la produzione, con sede a Bologna), in parte in liquidazione (La Perla Global Management UK limited, con sede a Londra).

Sul fronte politico, ieri si è riunito di nuovo il tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) con commissari e curatori delle procedure delle varie aziende del gruppo e i sindacati. Ma non si è usciti dallo stallo: il protocollo resta non completamente definito, così come resta la preoccupazione di CGIL e Uil “per il continuo dilatarsi delle tempistiche di definizione di un atto che è il presupposto per poter procedere celermente all’alienazione del gruppo verso un soggetto industriale serio, che garantisca produzione a Bologna e tutti i livelli occupazionali” e “garanzie di piena copertura di ammortizzatori sociali per le lavoratrici e i lavoratori, che ne vedono a oggi la scadenza al 31/12/2024”, fanno sapere in una nota. C’è anche da attendere la decisione del Tribunale di Bologna, che dovrà accettare una gestione unitaria dell’insolvenza, se si troverà un compratore, che possa valorizzare il patrimonio di competenze di questa azienda d’eccellenza, rilanciandone il marchio storico. Allo stesso tempo, da un mese è ripresa la produzione, con una cinquantina di addette, come ha raccontato Mariangela Occhiali, della UILTEC Emilia-Romagna, ma «sono 320 le persone che rischiano di perdere il lavoro, al 90% donne» ha spiegato la sindacalista.

All’inizio della crisi, le maestranze «sono rimaste sei mesi senza stipendio, prima di avviare la cassa integrazione: questo ha portato molte di loro a sprofondare in uno stato di grave crisi, anche di depressione, per paura del futuro, per senso di solitudine e difficoltà economica».

In manifestazione alcune delle dipendenti de La Perla

In manifestazione alcune delle dipendenti de La Perla - Imagoeconomica

Così, i cartelli usati durante la lotta sindacale sono diventati un brand, “Unicheunite”, come le protagoniste di questa storia: «In questi cartelli volevano raffigurare la solidarietà femminile tra lavoratrici, con un disegno stilizzato di donne che si tengono per mano, formando dei cuori. A qualcuno è venuta l’idea di riprodurre l’immagine sulle magliette da indossare durante i presidi. Ma sono piaciute così tanto che molti hanno cominciato a chiedere di poterne avere una», racconta Occhiali che, con la collega della CGIL Stefania Pisani, non ha mai lasciato sole queste lavoratrici.


Detto, fatto: d’altra parte, le “perline”, così si fanno chiamare, lavorano pur sempre nel tessile e nella moda. Grazie all’interessamento di Carlo Gubellini sindaco di Castenaso, in provincia di Bologna, le lavoratrici hanno trovato spazio nella parrocchia di Villanova. Don Giancarlo Leonardi le ha ospitate per mesi: «Le ‘perline’ cercavano un luogo dove riprendere un po’ le loro attività e maturare una consapevolezza sulla preziosità della loro produzione. D’altra parte, il nostro Comune dedica una via alla fondatrice, Ada Masotti, portatrice di grandi valori. Noi abbiamo offerto loro un appartamento appena ristrutturato, perché potessero svolgere la loro attività in questi mesi. È nata una bella convergenza e hanno colto la bellezza di una comunità cristiana che le ospitava. Ci siamo incontrati più volte in momenti di convivialità, in cui abbiamo parlato del tema profondo della dignità del lavoro e del loro desiderio di non lasciar perdere il valore della loro azienda. Si sono sostenute a vicenda con un’attività preziosa e ci siamo integrati in tanti eventi, hanno raccontato la loro storia ai giovani di Estate Ragazzi e nella festa della parrocchia, dove hanno offerto le loro magliette. È nata una bella amicizia e fraternità di cui siamo grati e riconoscenti, perché sono davvero belle persone» ha raccontato don Leonardi.


Da qualche settimana, le “Unicheunite”, che si stanno costituendo in associazione, sono ospiti di uno spazio più grande, messo a disposizione dal figlio della fondatrice de La Perla: un gesto che porta con sé un significato profondo.





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