I produttori di auto dovranno tagliare del 30% le emissioni di CO2 entro il 2030, e aumentare la produzione di veicoli a emissioni zero. È la sostanza del nuovo pacchetto sul trasporto e il clima proposto ieri dalla Commissione Europea. Bruxelles prevede un obiettivo intermedio, nel 2025, di riduzione del 15% delle emissioni rispetto ai livelli raggiunti nel 2021 (al momento c’è già un limite di non superare i 95 grammi di CO2 per chilometro). Superare questi limiti sarà costoso, sono previste multe di 95 euro per ogni grammo di Co2 eccedente per veicolo. A dire il vero, la Commissione in una prima bozza rivelata dall’agenzia Reuters, si parlava di una riduzione del 35% entro il 2030 per i veicoli privati e del 40% per quelli commerciali. Bruxelles ha voluto in parte ascoltare la lobby dell’auto, che però ieri non era contenta. «Indicare obiettivi aggiuntivi nel 2025 – ha lamentato Erik Jonnaer, segretario generale dell’Acea (l’associazione europea dei costruttori di auto) – non lascia abbastanza tempo per i necessari cambiamenti tecnici e di design». Molti hanno poi criticato il fatto che Bruxelles abbia rinunciato a stabilire una quota vincolante di veicoli a emissioni quasi zero, in sostanza le auto elettriche. «La gara mondiale per sviluppare le auto pulite è in corso – ha detto Cañete – ed è irreversibile».
L’occhio è rivolto a Paesi come la Cina, il Giappone e in parte gli Usa (soprattutto la California) che sono già lanciatissimi verso le auto elettriche. Bruxelles ha però voluto sottolineare la «neutralità tecnologica », e cioè starà alle imprese decidere come sviluppare auto a basse emissioni. Secondo i media tedeschi Mattias Wissmann, presidente dell’Associazione dell’industria automobilistica tedesca ( Vda) avrebbe telefonato personalmente a Martin Selmayr, il tedesco capo di gabi- netto del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, per chiedere che non vi fossero quote vincolanti per le auto a bassa emissione e soprattutto nessuna sanzione. La Commissione nega, fatto sta comunque che effettivamente l’attuale proposta prevede solo una cifra non vincolante del 15% per produttore di auto a bassa emissione entro il 2025, del 30% entro il 2030. Nessuna sanzione per chi non raggiunge l’obiettivo, ma solo incentivi: chi supererà la soglia, potrà sforare del 5% i limiti di emissione. Stanziati inoltre 800 milioni per potenziare la rete di distributori di carburanti alternativi (elettricità anzitutto).
«Rimuovere le sanzioni per chi non soddisfa i target di veicoli a emissioni zero – ha tuonato Greg Archer, del gruppo di pressione «Transport and Environment » – è un autogol, che equivale a consegnare la leadership mondiale di auto elettriche alla Cina». La partita si sposta ora al Consiglio Ue, che rappresenta gli Stati membri, più sensibile alla lobby dell’auto, e al Parlamento Europeo che invece chiede obiettivi più ambiziosi. Una partita che durerà ancora a lungo.