Cresce il turismo sostenibile - Archivio
Il turismo sostenibile è apprezzato e crea anche opportunità di lavoro. Il piacere di viaggiare in lungo e in largo in Italia, insieme alla rinnovata esigenza di un più intimo contatto con la natura, sono elementi che accrescono la conoscenza diffusa del turismo sostenibile (86%) e dell’ecoturismo (71%) con alti livelli di attrazione. I turisti italiani chiedono standard più rilevanti e, da questo punto di vista, gli strumenti messi a disposizione dalla transizione ecologica e digitale permettono di strutturare, in maggior misura, la qualità dell’offerta turistica. Per la quasi totalità degli italiani (97%) sono cibo, prodotti e piatti tipici dei territori i principali vettori del turismo nostrano. Tuttavia, solo per il 51% degli intervistati gli itinerari tematici sarebbero adeguatamente promossi dalle istituzioni. È questa la fotografia che emerge dal XII rapporto Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo. Tra le professioni legate al turismo sostenibile emergono: la guida ambientale escursionistica, l'imprenditore agrituristico, il travel designer, l'animatore ambientale, il product manager del turismo sostenibile.
Guida ambientale escursionistica
La Gae-Guida ambientale escursionistica è chi «per professione accompagna le persone in natura, illustrando loro le caratteristiche ambientali e culturali dell’area visitata». Così si legge sul sito dell’Aigae, unica associazione nazionale di rappresentanza della professione. Cosa fa questa guida? Accompagna chi ha voglia di un turismo diverso – che privilegi il vero contatto con il territorio e si allontani dalla massa – alla scoperta di parchi, aree protette, angoli nascosti per farne conoscere gli aspetti naturalistici e storico-culturali. La Gae organizza dei percorsi che prima ha progettato, provato e riprovato: è tutt’altro che un lavoro semplice oltre che faticoso. Inoltre, ha una grande responsabilità: quando accompagna le persone nelle escursioni, a piedi, in bicicletta, a cavallo eccetera, deve conoscere bene il territorio, ma anche i suoi pericoli e garantire sempre che tutto avvenga nella massima sicurezza. Per fare questo lavoro è sì preferibile avere conoscenze in ambito biologico, ambientale, geologico e agrario, ma è comunque consigliato un corso di preparazione alla professione di oltre 270 ore di lezione, più attività pratica con tanto di esame finale. Una guida, specie se lavora in proprio, deve anche “masticare” le dinamiche del web e dei social media per promuovere al meglio gli eventi organizzati e per raggiungere un pubblico il più possibile interessato. La professione è regolata dalla legge 4/2013 che riguarda le professioni “non ordinistiche” e che di fatto la liberalizza senza la necessità di un patentino o altro. Certo è che frequentare un corso fa sì che non ci si improvvisi.
Imprenditore agrituristico
Non è una professione nuovissima, ma sicuramente è in grande crescita. A dirlo sono i numeri che, quanto agli agriturismi, dicono che sono 25mila in tutta Italia che accolgono qualcosa come oltre 12 milioni di ospiti. Ospiti che preferiscono la montagna o la collina e soprattutto vogliono stare a contatto con la natura. Fare impresa con un’azienda agricola è sicuramente redditizio. Ma non basta solo l’ambiente circostante: quel che conta è anche e soprattutto l’ospitalità. Gestire un agriturismo vuol dire curare il rapporto con le persone, farle sentire a casa, ma soprattutto farle venire a contatto con la campagna, dare loro modo di conoscere da vicino le tradizioni culinarie, ma anche storiche, raccontare il passato e far conoscere il presente. Inoltre, un imprenditore agrituristico diversifica la sua offerta proponendo eventi culturali, escursioni (può collaborare con la guida ambientale, per esempio), attività didattiche e ricreative. A volte anche solo di un giorno. Avere un diploma di perito agrario o turistico può aiutare, ma poi, visto che si sta facendo impresa, è necessario, per esempio, conoscere cos’è un business plan e sapere come gestire un’attività. Oltre ad avere sempre le antenne drizzate per captare i finanziamenti disponibili. Iniziali ma anche durante il corso dell’attività.
Travel designer
Da qualche anno a questa parte, visto che hanno sempre più importanza le esperienze e complici anche le nuove tecnologie, ecco che una nuova figura è emersa anche nel settore turistico. È il travel designer che parte da un’idea di viaggio esperenziale per costruire una tipologia di offerta unica. Figura a metà tra il programmatore turistico e l’agente viaggi, cura ogni singolo aspetto comprese la fase della promozione e la distribuzione del pacchetto. Se nel farlo tiene conto della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e del territorio, è una figura emergente anche nel turismo sostenibile. Può lavorare insieme a tour operator, oppure come consulente di progetti dedicati a gruppi d’interesse specifici. Come diventarlo? Frequentando un corso di specializzazione.
Animatore ambientale
Tra le professioni emergenti c’è anche quella dell’animatore ambientale, ossia colui che organizza il tempo libero e le attività escursionistiche durante i campi vacanza, detti anche campi avventura. In genere rivolti ai bambini e ai ragazzi tra i 7 e i 25 anni, questi “campi” danno loro un’occasione ravvicinata e di contatto con la natura. Che tipo di lavoro svolge? Si occupa di progettare e portare avanti attività didattiche e di educazione/formazione in ambito ambientale, di solito in collaborazione con Enti Parco, riserve naturali, eco-musei. Conosce pertanto il territorio, ma deve avere anche capacità di gestire i gruppi, oltre che educative.
Product manager del turismo sostenibile
Anche questa è una figura abbastanza nuova, ma non per questo meno importante. Il product manager del turismo sostenibile infatti si occupa di organizzare e gestire le diverse attività commerciali e di marketing legate alla distribuzione di un prodotto. In questo caso è il prodotto turistico che deve avere e dare un alto valore: il compito di un product manager è dunque creare itinerari ad alto impatto sociale e ambientale positivo e farlo prestando particolare attenzione alla produzione agricola biologica, alla gestione delle risorse, alla conversione delle strutture di ospitalità e alla ricaduta sociale sui propri territori. Una figura di manager tutt’altro che trascurabile, tant’è che stanno aumentando i corsi che mirano a una formazione specifica che si basa sul far conoscere agli aspiranti professionisti i modelli di fruizione del territorio, di mobilità sostenibile, ma anche analizzare e studiare il territorio, sapere fare marketing e promozione.
Promoter ecoturistico
È colui che, sviluppando le capacità imprenditoriali di altri, si occupa di qualificare l’offerta turistica e di diffonderla sul territorio nazionale e fuori dai confini. Offerta che declina in base a target ben definiti e sempre nel rispetto del turismo sostenibile, controllando per esempio le affluenze. Le sue conoscenze? Indubbiamente è preferibile una laurea in Economia, in Scienze Ambientali o del Turismo, ma sicuramente importante è frequentare uno dei vari corsi ad hoc sul territorio italiano. Inoltre, è bene che abbia competenze di marketing – deve fare promozione – e di comunicazione. E va da sé che deve conoscere a menadito il territorio che promuove.
Il boom degli agriturismi
Non solo mare, montagna e città d'arte, il ritorno del caldo spinge a oltre un milione le presenze in agriturismo a settembre, particolarmente apprezzato da quanti cercano il relax e la tranquillità ma vogliono anche approfittare dei risparmi possibili con l'arrivo della bassa stagione. È quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che con l'estate settembrina si registra un aumento del turismo legato alla natura in montagna, nei parchi e nelle campagne con la possibilità di assistere alle tradizionali attività di settembre come il rito della raccolta dell'uva o passeggiare nei boschi alla ricerca dei porcini, finferli e trombette. Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere una delle aziende agrituristiche presenti in Italia, sottolinea la Coldiretti, è la spinta verso un turismo più sostenibile che ha portato le strutture ad incrementare anche l'offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness. Nelle aziende agricole sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l'equitazione, il tiro con l'arco, il trekking ma non mancano - continua la Coldiretti - attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina o di orticoltura. Complessivamente sono 9,8 milioni gli italiani che hanno scelto di trascorrere almeno parte delle vacanze estive nel mese di settembre, in aumento dell'11% rispetto allo scorso anno, spinti dal ritorno del caldo e anche dalla possibilità di combattere il caro prezzi approfittando della cosiddetta bassa stagione.
Turismo enogastronomico
I dati dell’Osservatorio nazionale del turismo del vino 2023 (Nomisma Wine Monitor e Città del Vino) fanno emergere due temi che riguardano l’offerta: la differenziazione delle esperienze (integrando ristorazione, sport e cultura) e la formazione. Il 74% delle cantine ha avuto difficoltà nel trovare personale nel biennio 2021-2022 e le regioni più colpite dal problema sono: Veneto (92%), Sicilia (89%), Friuli Venezia Giulia (83%), Puglia (83%) e Piemonte (80%). Parlando di domanda, indicativo il dato fornito da WineAround, azienda software per le prenotazioni dirette sul sito delle cantine. Le cantine clienti hanno registrato un +120% di fatturato generato dai ticket enoturistici per le aziende che usano la piattaforma (sempre nei primi cinque mesi 2023 rispetto al 2022). Si tratta di un campione di aziende digitali, non rappresentativo dell’universo, ma che dimostra proprio l’importanza del canale online nell’intercettare una richiesta crescente dei turisti. Sul fronte governance, l'Unwto-Organizzazione mondiale del turismo della Nazioni Unite ha portato i dati di un'indagine internazionale da cui emerge il lavoro da fare per migliorare il settore: il 65% degli intervistati indica che non esiste una politica, un piano o una strategia nazionale dedicati all'enoturismo nel proprio Paese e il 75% dei Paesi non raccoglie dati periodici relativi all'enoturismo.
Turismo nei borghi
Quasi tre italiani su quattro, circa il 72%, hanno scelto questa estate di visitare uno dei circa 5.500 piccoli borghi presenti in Italia che offrono «un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali». È quanto rende noto Coldiretti sulla base del bilancio Coldiretti/Ixè. Le aree rurali sono scelte sia come meta turistica vera e propria sia come destinazione di gite spinte peraltro dal caldo mese di settembre. Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni in Italia: i centri sotto i 5mila abitanti ospitano il 16,5% della popolazione, ma rappresentano il 54% dell'intera superficie italiana, con ampi margini di accoglienza residenziale. A garantirla una rete composta dalle aziende agrituristiche, in grado di offrire un potenziale di più di 294mila posti letto e 532mila coperti per il ristoro. La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo è la qualità più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi, ma aumenta anche l'offerta di servizi innovativi per sportivi e ambientalisti, oltre ad attività culturali. «La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell'agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale», spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando come il «paesaggio delle aree interne è fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico. Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi con meno di 5mila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole».
Turismo di alta gamma
I nuovi flussi esperienziali d’alta gamma, se adeguatamente stimolati e gestiti, possono avviare in tempi medio-brevi il tanto auspicato processo di destagionalizzazione. Un’affermazione che emerge da un’indagine di Eureka Mice International, società di marketing turistico specializzata nei mercati di nicchia: riunioni, viaggi d'incentivo, conferenze, esposizioni e fiere. Con il 32% di occupazione lorda del potenziale ricettivo (indice Eurostat 2019) l’Italia è al 22esimo posto in Europa, penultima, tra i Paesi europei a vocazione turistica, prima della Grecia. Un divario che è giustificato dall’elevato numero di posti letto di cui l’Italia è prima in Europa e terza nel mondo e dalla spiccata stagionalità della maggior parte delle sue destinazioni. Considerato che con tale indice occupazionale nel 2019 il turismo ha rappresentato in Italia il 13% del Pil nazionale (stima Wttc-World Travel and Tourism Council) ne consegue che riuscire a massimizzare e porre a reddito il suo potenziale ricettivo inespresso ne produrrebbe un significativo innalzamento Un obiettivo che è di possibile realizzazione se si considera che unitamente al turismo esperienziale d’alta gamma vi sono anche altre forme di turismo qualificato che offrono ampi margini di crescita. Tra questi in primis il turismo congressuale che ha però tempi di sviluppo più lunghi. Il turismo esperienziale d’alta gamma è un fenomeno che si è affacciato sul mercato da circa un decennio ed è esploso dopo l’emergenza pandemica crescendo a ritmi doppi rispetto al turismo tradizionale. L’Italia è tra le mete preferite da questo mercato che si sta progressivamente orientando verso le basse stagioni. Per il Bel Paese ciò rappresenta quindi un’eccezionale opportunità per sviluppare il proprio potenziale ricettivo inespresso. Un’opportunità ancor più ghiotta se si considera che, a differenze dei turismi di bassa stagione, tradizionalmente a basso costo, questa clientela è notoriamente alto spendente. Per poter cogliere questa ricca opportunità, le destinazioni devono giocoforza operare un radicale cambio di passo e una nuova, diversa organizzazione della propria offerta. A creare valore in questo mercato non concorrono tanto le dotazioni e i servizi in quanto tali, ma la loro capacità di produrre emozioni. La scelta del cliente, infatti, non ricade tanto in base a quello che offre l’albergo o la destinazione, ma a quello che essa è in grado di fargli provare. Le esperienze sono il motore che muove questo nuovo turismo che ricerca un diverso rapporto con il territorio, non più statico - tipo museo, ma dinamico. Che permetta cioè al viaggiatore di interagire con esso per scoprire e vivere “attivamente” le sue peculiarità, senza artifizi, ampollosità e “spettacolarizzazioni”, ma con sobrietà e sostenibilità. Arte, cultura, eno-gastronomia, benessere, avventura, sono questi alcuni degli elementi che determinano le scelte di viaggio di questa clientela. Non solo hotel quindi, ma anche ristoranti, locali, negozi di produzioni locali, tutti rigorosamente basati sulle autenticità e l’eccellenza della tradizione locale.
Bandi per il turismo sostenibile
Il progetto europeo WeMed NaTOUR entra nelle scuole per educare le nuove generazioni al turismo sostenibile. I destinatari della mission, infatti, sono anche bambini e giovani. Le scuole possono aderire al progetto tramite un bando che porta in classe esperienze legate all’economia blu del mare mista ad attività pratiche in un contesto turistico reale. L’obiettivo è diffondere benefici economici per le comunità locali, sensibilizzando e promuovendo l’economia blu e verde sostenibile con buone pratiche e in collaborazione con le piccole e medie imprese turistiche nelle quattro destinazioni pilota di Italia, Spagna, Portogallo e Mauritania. L'approccio "Learn by Visiting" intende promuovere le competenze sociali e di vita sostenendo materie come la biologia, la geografia e le scienze sociali. Le scuole statali e paritarie sono sempre più orientate a fornire un’educazione per lo sviluppo sostenibile, ma secondo l’Unesco, solo il 20% degli insegnanti ritiene di poter spiegare con sicurezza ai bambini come agire quando si tratta di cambiamento climatico e di sviluppo sostenibile. Grazie al progetto sarà possibile per le scuole ricevere supporto con contenuti e piani di lezione già pronti nonché supporto da parte di un team specializzato durante tutto l'anno scolastico. Le lezioni riguarderanno il concetto di turismo, le diverse tipologie di turismo e i loro impatti, e introdurranno i temi del turismo sostenibile e come viaggiare in modo responsabile collegando le nuove conoscenze alla realtà dei partecipanti. Quindi ci saranno le gite nazionali e internazionali che coinvolgeranno i partecipanti con apprendimento multisensoriale, arricchimento culturale ed esperienze pratiche incentrate sull'importanza di ecosistemi equilibrati, conservazione, consumo responsabile delle risorse naturali e prevenzione dell'inquinamento. I partecipanti saranno iniziati alla cultura, alle tradizioni e ai passi che le destinazioni pilota stanno adottando per accelerare le tecnologie rinnovabili, le infrastrutture a basse emissioni di carbonio e i viaggi sostenibili, che favoriranno la cittadinanza, le abilità sociali, la tolleranza e l'accettazione, il pensiero critico e l'imprenditorialità tra bambini e studenti. Le attività in classe, le valutazioni e i feedback post-viaggio non solo consolideranno l’apprendimento, ma daranno agli insegnanti e ai bambini l’opportunità di creare un progetto per aumentare i viaggi scolastici in altre aree, con particolare attenzione all’estensione delle stagioni intermedie per creare benefici economici per un’economia sostenibile. imprese turistiche.